DIVORZIO BREVE, OK DEFINITIVO DELLA CAMERA: BASTANO 6 MESI PER DIRSI ADDIO

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Con 398 voti a favore, 28 contrari e 6 astenuti viene dato il benvenuto al divorzio breve, riducendo da tre anni a uno i tempi di attesa tra separazione e fine ufficiale del matrimonio. Non essendoci state modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato, il ddl diventerà legge.

“È una norma di civiltà – ha detto oggi in aula quasi del tutto vuota la relatrice Alessia Morani – Sono decenni che il Paese aspetta norme più moderne che accorcino i tempi del divorzio riducendo peraltro quelle conflittualità di cui sono vittime in primo luogo i figli delle coppie che scelgono di separarsi”.

Il testo del decreto prevede alcune importanti novità: il primo riguarda proprio i tempi con cui si potrà procedere in vista del divorzio. Da tre anni si passerà a dodici mesi in caso di giudiziale, cioè quando la richiesta è da parte di uno solo dei due coniugi, altrimenti si arriva a sei mesi se il consenso è da entrambe le parti. In secondo luogo in caso di separazione, la comunione dei beni tra marito e moglie si scioglie nel momento in cui il tribunale autorizza i due a vivere separati. Altra novità è che il provvedimento avrà un’applicazione immediata, quindi sarà operativo anche per i procedimenti in corso.

“Dopo 45 anni dall’approvazione, il 1 dicembre 1970, il divorzio finalmente viene riformato – commenta Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia – Un primo obiettivo che speriamo nel prossimo periodo possa essere migliorato, per esempio con l’abolizione degli inutili tempi ancora stabiliti per la separazione, che è una grande spinta affinché altre riforme siano discusse e approvate, tra queste: ius soli, cambio del cognome, unioni civili”.

Una voce fuori dal coro è invece quella del presidente nazionale del Forum delle Associazioni familiari, Francesco Belletti, che parla di “soluzione che deresponsabilizza la società rispetto alle decisioni delle persone, attraverso una semplificazione che segna un passaggio grave. L’esito del dibattito parlamentare sancisce che le coppie sono lasciate più sole davanti a scelte difficili. Questo è un segnale di abbandono da parte del sociale”.