Il tema del taglio ai finanziamenti pubblici ai giornali continua ad aver spazio sull'agenda benché fitta del Governo, o meglio degli esponenti pentastellati di Palazzo Chigi. Lo spunto per tornare sulla questione lo ha offerto stamattina Libero: il quotidiano diretto da Vittorio Feltri ha titolato “Calano fatturato e Pil ma aumentano i gay” con occhiello “C'è poco da stare allegri”. Ne sono seguite nuove polemiche.
Sugli scudi il vicepremier Luigi Di Maio, che su Instagram scrive: “Abbiamo fatto bene o no a tagliare i fondi a giornali del genere? Scriveranno queste idiozie senza piu' un euro di fondi pubblici. Vito Crimi ha avviato la procedura che azzerera' i finanziamenti pubblici entro i prossimi tre anni”. E proprio il sottosegretario con delega all'Editoria non perde tempo ed interviene: “Provo disgusto per il titolo del giornale Libero. Un giornale che riceve soldi pubblici che prima pubblica titoli razzisti contro, poi oggi anche omofobi“. Ed aggiunge: “Avvierò immediatamente una procedura interna per vagliare la possibilità di bloccare l'erogazione dei fondi residui spettanti ad un giornale che offende la dignità di tutti gli italiani e ferisce la democrazia. Mi aspetto che il giornalismo che tanto vede in noi il nemico, faccia sentire la sua voce. Probabilmente chi distrugge la credibilità della stampa sono proprio alcuni giornalisti”. A chiedere un intervento dell'Ordine dei Giornalisti è anche Manlio Di Stefano (M5s), sottosegretario agli Esteri, che su Twitter scrive: “Titoli del genere, così come quello sui terroni, creano discriminazione e fomentano odio. L'ordine dei giornalisti ha il dovere di intervenire tempestivamente. Tagliare i fondi a giornali come questo è doveroso”.
Critiche nei confronti del quotidiano anche da parte di Forza Italia. “Libero varca il ponte di Einstein-Rosen e ci riporta indietro nel tempo quando essere gay significava la messa al bando o peggio. Davvero fa vendere più copie l'omofobia o la caccia al terrone?”. Così su Twitter Renata Polverini, deputata azzurra.
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