Crisi azzurra, Fitto all’attacco “Abbiamo sbagliato tutto”

Nemmeno la rottura del patto del Nazareno ha avuto l’effetto sperato. Forza Italia si è ormai trasformata in un Vietnam, come ha dimostrato l’ufficio di presidenza di ieri nel quale sono state presentate e respinte le dei capigruppo azzurro. Particolarmente duro è stato l’intervento di Raffaele Fitto che continua a perseguire la sua battaglia per il rinnovamento (leggasi deberlusconizzazione) del partito. Primarie e ricambio della classe dirigente, ecco quello che chiede la fronda guidata dall’ex governatore della Puglia. “Abbiamo sbagliato tutto in questa fase – ha osservato, in diretta su Agorà – non abbiamo indovinato un solo passaggio politico. Peraltro c’è stato chi ha cercato di far notare gli errori che si compivano. Penso alla legge elettorale: approvarla con quel metodo, con quei tempi e con quel contenuto penso sia stato un suicidio politico rispetto anche ai passaggi successivi.

“Siamo in 40, tra deputati e senatori di Forza Italia, a proseguire la nostra lotta e ad aver votato contro la riforma elettorale e le riforme costituzionali” ha spiegato a Radio 24 Fitto. All’interno della corrente si dibatte sulla linea politica, che l’ex ministro definisce la “battaglia per le idee nelle quali noi crediamo”. Nonostante la rottura con la leadership Fitto vuole proseguire il suo percorso dentro Fi: “Porre delle questioni politiche all’interno di un partito, non significa uscirne – ha detto a Radio Anch’io – Noi poniamo due grandi temi: il primo è che non siamo più percepiti come opposizione a questo governo, non rappresentiamo una fetta importante di società che abbiamo rappresentato in questi anni e il non voto e il calo dei consensi ne sono una dimostrazione. Sul tema delle riforme stiamo gestendo la situazione in maniera sbagliata. Il patto dei contraenti deve essere basato su un confronto reale. Non si può continuare con le nomine dall’alto nel partito, ma bisogno mettere in campo un meccanismo chiaro di legittimazione dal basso”.

Per quanto riguarda le riforme costituzionali “non le abbiamo votate non perché siamo contro ma perché dentro quel provvedimento non c’è nulla che possa lontanamente apparire vicino alle tesi che noi per vent’anni abbiamo sostenuto”. E Berlusconi? Per Fitto è “un’icona. e quindi non e’ che si mette in discussione l’icona. Si mette in discussione tutto ciò che si fa”.