A quasi sette mesi dal giuramento, il governo gialloverde ha vissuto uno dei momenti più difficili con l'approvazione della manovra, passata al Senato tra le polemiche dell'opposizione. I ritardi sul maxiemendamento che hanno portato poi alla maratona notturna a Palazzo Madama sono stati attribuiti a presunti litigi tra i due partner di maggioranza. Nonostante queste ricostruzioni, la manovra è stata approvata con 167 voti favorevoli, 78 contrari e 3 astenuti (tra cui Mario Monti).
Di fronte a queste presunte fibrillazioni, il premier Giuseppe Conte ha voluto però difendere la compattezza del suo esecutivo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene. Lo ha fatto in un'intervista esclusiva a “La Stampa”: “Tengo a precisare – ha detto il presidente del Consiglio al quotidiano torinese – che le tempistiche di quest'anno sono state imposte da un negoziato con Bruxelles davvero molto complesso e tengo a sottolineare che non c'è stata alcuna deliberata volontà del governo di comprimere il vaglio del Parlamento“. L'avvocato pugliese ha rivendicato “il grande risultato è una manovra espansiva con dentro Reddito di Cittadinanza e Quota 100, con i conti in ordine e l'ok dell'Europa“. Di questo si è detto “orgoglioso”. “La manovra – ha difeso la posizione del governo – nasce con un segno chiaramente espansivo e lo mantiene anche dopo le modifiche effettuate a seguito del negoziato con Bruxelles. Le risorse destinate agli investimenti restano invariate nel prossimo triennio, per un valore complessivo di circa 15 miliardi”.
Ieri Conte si è recato in Libia per incontrare il generale Khalifa Haftar. Tripoli, Bengasi e Tobruk sono state le tappe della visita del presidente del Consiglio. Nell'intervista a “La Stampa”, sulla situazione libica ha detto: “Aiutamola a trovare una soluzione”. Il premier è ritornato sulla conferenza organizzata lo scorso novembre e che si è rivelata un successo diplomatico per il governo gialloverde: “Dopo Palermo – ha continuato Conte – vogliamo continuare a seguire e a facilitare con determinazione ogni positiva soluzione. A tutti i miei interlocutori ho ricordato che il popolo libico chiede sempre più insistentemente un'uscita da questa fase transitoria, oramai troppo lunga per non definirsi precaria. Sono convinto che a fornire l'impulso decisivo saranno proprio i cittadini di questo Paese e una progressiva, crescente disponibilità al dialogo dei principali leader libici“. Il presidente si è definito un “facilitatore”.
Nessun dubbio sul fatto che l'esecutivo andrà avanti. Non esistono incomprensioni tra i due partiti di maggioranza. “Le forze politiche che sostengono il governo – ha ribadito Conte – hanno dato prova di grande responsabilità in questi primi mesi e sono certo che il lavoro proseguirà nell'interesse dei cittadini italiani. Da parte di tutti c'è una profonda condivisione di quel desiderio di cambiamento che è scritto nero su bianco nel contratto di governo; entrambe le forze politiche hanno interesse a proseguire in questa direzione e sanno che i cittadini non capirebbero una inversione di rotta”.
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