Ancora una tragedia, ancora morti provocati da un'ondata di maltempo che ha letteralmente messo in ginocchio la Penisola italiana, da nord a sud, causando devastazione e sofferenza. Veneto e Sicilia le regioni più vessate, con l'isola messa a dura prova nell'area attorno al suo capoluogo (ma anche in altre zone), dove il conteggio delle vittime parla ancora una volta di un Paese costretto a fare i conti con la stesso atroce dolore di sempre. In giornata, mentre il vicepremier Matteo Salvini si è recato in Veneto, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha fatto tappa in Sicilia, dove il disastro della piena del Milicia, a Casteldaccia, ha provocato la morte di 9 persone, due famiglie sterminate: “La tutela delle vite umane viene prima dei vincoli ambientali”, ha spiegato.
Parlando in conferenza stampa dopo il sopralluogo sul sito del disastro, con il sindaco di Casteldaccia a parlare di problematiche legate all'abusivismo, il premier ha annunciato la convocazione di un Consiglio dei ministri “per deliberare lo stato di emergenza in più regioni”. Per quanto riguarda il “dissesto idrogeologico abbiamo messo a disposizione del ministro per l'Ambiente un miliardo per interventi di sicurezza del territorio. Poi ulteriori 50 milioni per le autorità di bacino per regolare i flussi d'acqua”. Sotto accusa, ancora una volta, la scarsa vigilanza sui corsi d'acqua: “Spesso abbiamo registrato qualche intralcio burocratico per la ripulitura dei corsi d'acqua, ci sono per esempio vincoli paesaggistici per la rimozione di un albero: dobbiamo avere la consapevolezza che tutti i beni sono costituzionalmente tutelati, ma dobbiamo avere la capacità di riorientare la legislazione guardando agli interessi in gioco: al primo posto c'è la tutela primaria della vita umana”.
Discorso diverso nei toni ma simile nei contenuti per Matteo Salvini, in Veneto per un sopralluogo con il governatore Zaia e, come da lui stesso spiegato, in procinto di richiedere l'avvio del fondo europeo di solidarietà. Per il vicepremier (criticato in mattinata per un selfie nel bellunese, fra i territori maggiormente colpiti), più che nei condoni e scarsa attenzione, la ragione del disastro va ricercata nei “troppi anni di incuria e malinteso ambientalismo da salotto che non ti fanno toccare l'albero nell'alveo”. E affonda sull'Ue: “Spero che da Bruxelles non arrivino altre letterine che dicono che spendiamo troppo. Perché visto quello che è accaduto a Belluno e a Palermo, per quanto mi riguarda letterine di questo tipo finiranno in archivio”.
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