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Caso Consip, Lotti dai pm: un’ora di colloquio per il ministro dello Sport

Torna di nuovo alla ribalta il caso Consip, per il quale è stato chiamato in sede di interrogatorio il ministro dello Sport in carica, Luca Lotti. Il colloquio (non avvenuto a Piazzale Clodio) è stato intrattenuto con il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi, protraendosi per circa un’ora, durante la quale il guardasigilli ha fornito la sua versione nell’ambito dell’indagine che lo vede coinvolto dal 21 dicembre scorso, quando era finito iscritto nel registro degli indagati assieme al comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette, al comandante della Legione Toscana Emanuele Saltalamacchia, e al presidente di Publiacqua Firenze Filippo Vannoni. Il ministro Lotti, secondo l’accusa, sarebbe incorso nei presunti reati di favoreggiamento e violazione del segreto istruttorio. Ipotesi formulate a seguito delle parole dell’ex ad di Consip, Luigi Marroni il quale, durante l’audizione come testimone del 20 dicembre, aveva rivelato di essere venuto a conoscenza dell’inchiesta proprio tramite Lotti, oltre che dal generale Saltalamacchia.

La versione di Lotti

La versione fornita 7 mesi fa, però, dopo essere stata confermata il giorno successivo (21 dicembre) è stata in parte ritrattata dal presidente della società “Publiacqua”, Filippo Vannoni il quale, la settimana scorsa, ha riferito “di essersi confuso”. Il ministro Lotti ha ribadito ai pm di non aver mai rivelato a nessuno dell’inchiesta Consip, dal momento che non era a conoscenza di alcuna indagine in corso. Il 27 dicembre scorso, il guardasigilli aveva riferito al pm Palazzi di aver incontrato Vannoni per due volte nel corso del 21 dello stesso mese, la seconda delle quali a Palazzo Chigi, dicendo di averlo visto “imbarazzato e, con modi concitati, mi ha informato di essere stato sentito da Woodcock a Napoli e di avergli riferito di aver ricevuto da me informazioni riguardo l’esistenza di indagini su Consip. Alle mie rimostranze circa la falsità di quanto affermato, lui ha ammesso di aver mentito e quando ho chiesto il perché si è scusato in modo imbarazzato, ottenendo una mia reazione stizzita”.

Romeo ai domiciliari

Nel frattempo, è stato firmato il provvedimento di scarcerazione per l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, arrestato lo scorso 1 marzo con l’accusa di corruzione. Il 4 luglio scorso, l’imprenditore aveva ottenuto i domiciliari, rinviati per la mancanza del necessario braccialetto elettronico. Lo stesso bracciale che sarà applicato nella giornata di oggi e, con tutta probabilità, questo significherà il definitivo trasferimento di Romeo alla detenzione domiciliare.

redazione

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