Blogger fermato, Del Grande: “Sto bene. Iniziato lo sciopero della fame”

“Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio cellulare e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato”. Gabriele Del Grande, il blogger fermato in Turchia mentre cercava di intervistare alcuni profughi siriani per il suo ultimo libro “Un partigiano mi disse“, nel corso di una telefonata ha rassicurato la famiglia sulle sue condizioni e ha annunciato di aver “iniziato lo sciopero della fame“, invitando tutti a mobilitarsi “per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”.

“Abbiamo attivato tutti i nostri canali, sia in loco sia qui. Abbiamo ricevuto delle rassicurazioni, informato la famiglia e chiesto che tutto si concluda nel più breve tempo possibile“. Aveva detto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, dalle pagine del Corriere della Sera.

Da una settimana del reporter si sapeva poco o nulla. La Farnesina è in stretto contatto con la famiglia e le autorità turche. Le ultime notizie, riferite alla famiglia dallo stesso ministero, risalivano al 15 aprile scorso. Il giornalista è stato fermato nella provincia sudorientale dell’Hatay per mancanza delle documentazione richiesta. La sanzione prevista dalla legislazione di Ankara per questi casi è il rimpatrio immediato. Ma quella che sembrava una mera formalità non è stata ancora eseguita. E col passare delle ore cresce l’ansia di Massimo e Sara Del Grande, genitori del blogger. “Diamo tutta la fiducia, ma non sapere niente ci fa stare molto in ansia – ha detto il papà di Gabriele al Tgr Toscana – L’importante è che torni a casa, ha due bimbi piccoli e una moglie, oltre a noi. Le autorità turche garantiscono che sta bene, ma ancora nessuno di noi, e neppure l’ambasciata, si è potuta mettere in contatto con lui”.

Grande preoccupazione anche per Alexandra D’Onofrio, moglie del reporter, in stretto contatto con l’avvocato Alessandra Ballerini e con il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per la Tutela dei diritti umani, che sta seguendo la vicenda in prima persona. Per chiedere il rilascio sui social network è stato lanciato l’hashtag #freegabriele che conta centinaia di condivisioni e retweet.