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Black out videocamere: non ci fu manomissione

Non c'è stata alcuna manimossione dietro il black out delle telecamere di Autostrade che non hanno ripreso il momento del crollo del ponte Morandi. E' quanto emerge dalle indagini della squadra mobile di Genova che ha risolto il giallo sul video interrotto.

La vicenda

La mattina del 14 agosto, la centralina elettrica che alimentava le due telecamere aveva avuto problemi più volte. Il salvavita si era staccato per cali di tensione ma era poi ripartito. Intorno alle 11.30, pochi minuti prima del collasso della struttura, una “nuvola” di pioggia si è abbattuta anche sulla centralina e il carico di acqua è stato talmente elevato che la centralina non è riuscita a partire. La seconda telecamera, che stava riprendendo lo svincolo, si è girata verso il ponte solo quando il tecnico ha visto auto che frenavano e mezzi che invertivano la marcia tornando indietro contromano. Quando però il dispositivo ha puntato la struttura, il collasso era già avvenuto. Gli esperti hanno escluso anche l'ipotesi del fulmine che avrebbe colpito uno degli stralli del ponte, provocandone la rottura: i tecnici di Arpal hanno concluso la mappatura delle saette cadute qual giorno e hanno rilevato che quella più vicina si è abbattuta a una distanza di oltre un chilometro.

Toninelli

Torando sulla vicenda del crollo, il ministro Danilo Toninelli, intervistato da TiscaliNews, ha definito una “vergogna consumata alle spalle dello Stato e dei cittadini” la Convenzione unica siglata nel 2007 dal govenro con autostrade. Per il responsabile del Mit “una delle anomalie peggiori (del contratto ndr) sta nel ginepraio regolatorio che genera confusione di ruoli sulle verifiche di sicurezza. Ma per fortuna il Codice della strada addebita chiaramente la responsabilità sostanziale al concessionario”. Il ministro ha definito la privatizzazione “una svendita di gioielli di Stato” “ai soliti prenditori” “per un piatto di lenticchie” e a proposito degli utili ha affermato che “i privati hanno gestito un monopolio naturale senza vera concorrenza e senza rischi di impresa” . E, sui vincoli per la rescissione del contratto, Toninelli ha detto che “Dopo quello che è successo a Genova, i giganteschi danni morali, materiali e persino l'allarme sociale procurato, mi sembra che ci siano profili pesantissimi di inadempienza da parte del concessionario”.

 

Alberto Tuno

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