Con la ventura tornata elettorale sempre più alle porte, il clima in casa Centrodestra sembra farsi più rovente. Colpa di Forza Italia secondo Salvini, o meglio del suo “voto contrario di Fi all’iter veloce per la legge Molteni che cancella lo sconto di pena per i reati gravissimi”. Su questo punto, il leader della Lega Nord ha notato una divergenza tale da indurlo a sospendere “qualsiasi tavolo e incontro con Silvio Berlusconi finché non avremo spiegazioni ufficiali”. L'oggetto della questione è la legge, a prima firma dello stesso Nicola Molteni, che andrebbe a riformare il rito abbreviato nei processi il che, in sostanza, significherebbe che per gli autori di specifici reati (tra i quali l'omicidio e la violenza di tipo sessuale) non potrebbero in caso essere passibili di sconti di pena. Un punto sul quale il Carroccio pensava di essere in accordo con gli Azzurri ma che, al momento, rischia di diventare un terreno scivoloso.
“E' una vergogna” ha detto ancora Salvini, secondo il quale questo “è l’ennesimo affronto alle donne e a tutte le vittime di violenza”. Nonostante l'appoggio al testo di legge da parte non solo del Pd e del M5S ma anche di Fratelli d'Italia, i deputati di FI si sono astenuti dal voto: nei giorni scorsi, il testo aveva incassato il via libera dalla Camera con 318 voti a favore, 33 contrari e 30 astenuti, distinguendosi proprio per l'inusuale maggioranza. Sul tema, però, persiste l'ostacolo dei forzisti, il che ha reso la giornata del Centrodestra piuttosto movimentata con l'alleato Salvini a ipotizzare qualche ricostruzione sulle motivazioni del comportamento del partito berlusconiano: “C'è un imbarazzante asse iper-garantista tra Forza Italia e la Sinistra di Grasso. Il presidente del Senato aveva già negato la calendarizzazione della legge e i forzisti ne hanno impedito l'iter veloce. Forza Italia si prenda la responsabilità di questo atto inaccettabile a fine legislatura”.
Da parte sua Berlusconi, il quale è tornato sull'argomento durante la presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, non si è mostrato particolarmente preoccupato, tentando di scacciare i fantasmi dello strappo: “Voglio incontrarmi con Salvini e con lui parlare di queste cose. Non ho mai ragionato su questi temi, sono decisioni prese dai gruppi parlamentari. Anche sulla legge Fornero non rispondo, è un tema su cui non mi sono mai applicato, il gruppo ha assunto le sue posizioni”. E sul leader leghista: “Si propone in modo troppo aggressivo alla gente, ma al tavolo è molto ragionevole e comprensivo, anche disposto a cambiare parere sui punti sui quali la sua opinione era contraria alla mia o a quella della signora Meloni”. In attesa del fatidico incontro chiarificatore, resta il veto imposto dal leader del Carroccio su eventuali incontri con il Cavaliere: “Salvini fa i capricci – ha concluso l'ex premier – ma ha portato il suo partito dal 4 al 14 per cento: sono certo che governeremo insieme”. Poi una battuta sulle prossime elezioni e sullo scenario che si aprirebbe se non vi fosse una maggioranza: “Cosa farei? Avanti con Gentiloni per almeno tre mesi”.
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