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Alfano e prefetto di Roma contro Marino sulle nozze gay

Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha fatto la prima trascrizione nel registro di Roma del matrimonio di una coppia omosessuale, Marilena e Laura, già spose all’estero. “Abbiamo concluso la trascrizione di sedici coppie nel registro di stato civile. E’ fondamentale che un sindaco si metta a difesa dei diritti di tutti – ha detto il primo cittadino – Dobbiamo pensare che oggi è un giorno normale. Crediamo fortemente che tutti siano uguali e abbiano gli stessi diritti davanti alla legge. E allora quale diritto più importante c’è di dire al proprio compagno o compagna ‘ti amo’?”. Intanto però in piazza del Campidoglio sventolava uno striscione con la scritta “Marino Famigliofobico”, srotolato da Forza Italia: “Siamo qui per dire ancora una volta che il sindaco sta commettendo un atto illegittimo – commenta il vicecoordinatore di FI nel Lazio Giordano Tredicine – E’ una campagna spot, si occupi dei problemi della città”. A protestare sotto il Marco Aurelio anche il comitato della famiglia con lo striscione “La famiglia non è una trascrizione”.

Marino ha ignorato la diffida del prefetto e la circolare del ministro dell’Interno. E ha lanciato la sfida. Angelino Alfano ha subito tuonato: ”Il sindaco ha firmato trascrizioni per nozze gay. Ribadisco per l’attuale legge italiana ciò non é possibile. La firma di Marino non può sostituire la legge: ha fatto il proprio autografo a queste rispettabilissime coppie”. E’ insorto anche il prefetto di Roma: “Cancellare le trascrizioni ci sarà l’annullamento”, Giuseppe Pecoraro ha dunque ribadito la sua posizione, in ossequio alla circolare di Alfano, già comunicata al Campidoglio alcuni giorni prima della cerimonia di oggi. L’effettivo annullamento delle nozze deve rispettare i tempi burocratici della registrazione delle 16 trascrizioni avvenute stamani di altrettanti matrimoni gay contratti all’estero. Tra martedì e mercoledì dovrebbe verificarsi l’effettivo annullamento degli atti.

La trascrizione nella Capitale ha un alto valore simbolico ma Marino non è il primo sindaco “ribelle”. In tanti hanno alzato la voce dopo che il 7 ottobre il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha parlato della circolare ai prefetti perché rivolgano “un invito formale al ritiro ed alla cancellazione” delle trascrizioni di nozze gay. Solo per fare qualche esempio, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha firmato le prime sette trascrizioni dieci giorni fa, quello di Livorno, Filippo Nogarin ha fatto sapere che non si adeguerà alla direttiva Alfano e il sindaco di Bologna Virginio Merola ha detto chiaramente: “Io non obbedisco”.

E le critiche piovono anche dagli ambienti cattolici romani. “Una scelta ideologica, che certifica un affronto istituzionale senza precedenti” basato su una “mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico”, scrive Angelo Zema nell’editoriale di Roma Sette, settimanale della diocesi di Roma.

Sara Sbaffi

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