YEMEN NEL CAOS, LA GUERRA CIVILE E’ ALLE PORTE

Nello Yemen sale la tensione per il rischio che scoppi una guerra civile. A lanciare l’allarme è stato Jamal Benomar, inviato delle Nazioni Unite nel Paese che in seguito agli ultimi sanguinosi attentati di venerdì scorso, dove sono state colpite tre moschee sciite e un edificio governativo nelle città di Sanaa e Saada, ha sottolineato l’urgenza di mettere fine a questa violenza.

Il Consiglio Onu, riunitosi ieri sera, ha invitato tutte le parti e gli Stati membri ad astenersi da qualsiasi azione che mini l’unità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dello Yemen, esprimendo sostegno al presidente Hadi, deposto a settembre dalle milizie sciite Huthi e ritiratosi dalla capitale Sana’a nella città di Aden.

Unificato solo nel 1990 lo Yemen, unica Repubblica del Medio Oriente e tra i paesi più poveri, è da anni segnato dal desiderio e tentativo di creare uno Stato federale. Oggi il quadro che si presenta è quello di un caos istituzionale aggravato da scontri regionali, dall’odio tra popolazione sciita e sunnita che negli anni si è trasformato in un conflitto allargato tra miliziani sciiti filo-iraniani e forze lealiste a seguito di Hadi.
E’ in questo contesto che l’ex presidente Saleh e tornato per sostenere la causa anti-Hadi.

Durante il confronto tra il Consiglio Onu e i leader degli Stati membri, Benomar ha ribadito: “Un dialogo pacifico è l’unica opzione che abbiamo” e ha spiegato che se non verrà intrapresa questa strada il rischio è quello di raggiungere la deriva in cui oggi riversano Siria e Libia, in quanto al Qaeda userebbe l’instabilità del Paese per favore l’avanzata dello Stato Islamico.