TURCHIA, ESPLOSIONE AL COMIZIO FILO-CURDO: 4 MORTI

A Diyarbakir, ieri sera due ordigni hanno provocato morti e feriti tra i sostenitori dell’Hdp, il Partito dei popoli, espressione della sinistra curda che potrebbe insidiare il progetto di riforma del presidente Erdogan. Un attentato a poche ore dalle elezioni previste per il 7 giugno che l’ escalation di violenze e intimidazioni: “Oltre cento attacchi in meno di due mesi”.

Le due esplosioni che si sono verificate vicino ad una centralina elettrica, in mezzo alla folla, hanno fatto secondo Zaman online, quattro morti e quasi 200 feriti. Non ci sono state per ora rivendicazioni. Scene di panico nella folla che attendeva l’intervento al comizio del leader del partito curdo Hdp, Selahattin Demirtas e che è stata sorpresa dal boato dell’ordigno.

Se inizialmente gli organizzatori dell’evento avevano annunciato al megafono che la deflagrazione era dovuta a un guasto della centralina elettrica, il ministro dell’Energia non ha esitato ad affermare tutt’altro: “C’è stato un intervento esterno. La nostra ispezione ha mostrato chiaramente che la fonte dell’esplosione non è stata la centralina. Le porte sono state danneggiate” ha concluso Taner Yildiz lasciando intendere che si tratta di un vero e proprio attentato.

Ad essere nel mirino è proprio Demirtas, definito come “l’Obama turco”, e che con il suo partito potrebbe provocare un grande cambiamento nel Paese. Infatti, se supererà la sbarra del 10% sotto la quale non si entra in parlamento, impedirebbe all’Akp di Erdogan di ottenere la maggioranza di 330 deputati su 550 necessari per imporre un sistema super-presidenziale.