Stati Uniti, l’Fbi chiede l’incriminazione dell’ex capo della Cia

L’ex numero uno della Cia, generale David Petraeus, è di nuovo nei guai. Dopo lo scandalo che lo aveva investito per le torture ai prigionieri di guerra durante la guerra in Iraq, ora deve fare i conti con l’accusa di aver fornito informazioni classificate alla sua amante Paula Broadwell, che all’epoca dei fatti stava scrivendo una biografia su di lui (era stata co-autrice di All In: The Education of General David Petraeus, biografia scritta al tempo in cui lui era comandante ISAF).

A renderlo noto è il New York Times, secondo cui l’Fbi e i procuratori del dipartimento di Giustizia Usa hanno già raccomandato l’incriminazione di Petraeus, il quale, dopo lo scandalo, abbandonò la Cia e ha sempre sostenuto di non aver intenzione di patteggiare per evitare il processo. Inoltre, ha sempre sostenuto di non aver mai passato informazioni all’amante. Ora, comunque, spetterà al procuratore generale Eric Holder la decisione di procedere o meno nei confronti di Petraeus.

Da “mito” a “spia”: la carriera di Petraeus è stata un crescendo… fino all’epilogo. Dal 10 febbraio 2007 al 15 settembre 2008 ha comandato l’Esercito degli Stati Uniti, in Iraq. Dal 31 ottobre 2008 è stato nominato Comandante dell’United States Central Command, che prevede la responsabilità strategica di tutto il teatro medio-orientale, compresa la conduzione delle operazioni militari in Iraq ed Afghanistan. Poi l’inizio dei guai, un calvario non ancora finito. Il  23 giugno 2010 Petraeus è succeduto al generale Stanley McChrystal come comandante delle operazioni militari statunitensi in Afghanistan, Pakistan, la penisola Arabica e parti dell’Africa. Poi l’inizio dei guai, un calvario non ancora finito.

 

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