Ripresi gli scontri a Tripoli

Dopo più di 30 ore di tregua sono ripresi, a Tripoli, i combattimenti tra milizie rivali. Lunedì scorso gli scontri che hanno visto fronteggiarsi da una parte gli uomini della Settima brigata e delle Forze di sicurezza centrale – entrambe provenienti dalla città di Tarhouna – e dall'altra quelli dell'esercito del Governo di accordo nazionale, hanno provocato almeno 9 morti e oltre 30 feriti, di cui 9 in pericolo di vita. 

L'offensiva

Il ministro dell'Interno, il generale di brigata Abdel Salam Ashour, aveva annunciato un accordo di cessate il fuoco con i gruppi armati acquartierati nel sobborgo sud-orientale di Tripoli. Oggi, una forza mista dei ministeri della Difesa e degli Interni del governo di Tripoli ha lanciato un'offensiva contro le posizioni della Settima brigata. Alcuni residenti del quartiere di Salaheddine, a sud-est della capitale, hanno confermato la ripresa dei combattimenti. L'emittente locale Al-Ahrar Tv ha riferito del coinvolgimento di forze aeree nei combattimenti.

Blindati

Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Lana, la Mezzaluna Rossa e le autorità sanitarie di Tripoli hanno invitato i civili che abitano nell'area degli scontri a restare nelle proprie case e a stare lontano da tetti e finestre. I residenti sono stati invitati a non uscire “fino all'arrivo delle squadre di emergenza”. Non si hanno al momento notizie di vittime in seguito ai nuovi scontri.

Appelli

La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha chiesto a tutte le parti di cessare immediatamente ogni azione militare. Anche l'Unione europea ha chiesto la fine delle ostilità a Tripoli, mentre le ambasciate italiana e britannica in Libia hanno condannato le violenze e quella del Canada ha chiesto alle autorità di proteggere i civili.