Netanyahu contro tutti: dopo il gelo con Obama ora le critiche dell’ex capo del Mossad

Non smette di far discutere il leader israeliano Benjamin Netanyahu. Il discorso che dovrà pronunciare al Congresso americano causerà un “danno strategico al Paese” afferma l’ex capo dell’agenzia di intelligence Mossad, Meir Dagan, in riferimento alla sua visita a Washington su invito dello speaker della Camera John Boehner.

“Cosa otterrà da questo viaggio? Applausi? Il pericolo di uno scontro con l’America è intolleraile”, ha dichiarato ancora Dagan in una intervista con il quotidiano Yediot Aharonot. Netanyahu infatti parlerà contro l’accordo messo in discussione a Ginevra tra Iran e il cosiddetto gruppo dei 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). Un intervento che non sembra essere condiviso dalla Casa Bianca e dallo stesso Obama in quanto risulta una vera intrusione nella politica internazionale.

La questione ha quindi gradualmente indebolito le relazioni tra Usa e Israele e la stessa Susan Rice Consigliere per la sicurezza nazionale ha affermato che la decisione del premier israeliano oltre ad essere “infelice” rischia di essere “distruttiva” per i rapporti diplomatici. Sembra che ad accoglierlo al suo arrivo non ci sia quasi nessuno, Obama ha espresso chiaramente di non volerlo incontrare per non interferire con le elezioni israeliane; sulla stessa linea si muoveranno il suo vice Joe Biden e il segretario di Stato Joh Kerry.

Netanyahu ha invece respinto l’invito a incontrare i senatori democratici: “Io rispetto la Casa Bianca e il presidente degli Stati Uniti, ma su una materia così decisiva, che può determinare o meno la nostra sopravvivenza, devo fare di tutto per prevenire un così grande pericolo per Israele”.  A rendere la posizione del premier israeliano ancora più discussa, sono i dati del sondaggio di Maariv secondo cui il Likud di Netanyahu a tre settimane dalle elezioni sta perdendo terreno. Il campo sionista di Yitzhak Herzog e Tzipi Livni rimane in testa con 25 seggi sui 120 del Knesset, mentre il partito del premier ne otterrebbe solo 23.