La Guardia civile spagnola ha smantellato un'organizzazione di trafficanti di esseri umani che è riuscita a far entrare circa 200 migranti a Melilla (enclave spagnola in Marocco), incassando oltre 800 mila euro.
Il biglietto verso l'Europa costava a ciascun clandestino 4.500 euro. Venivano nascosti nei doppiofondi di veicoli con a bordo donne e bambini piccoli, in modo da simulare normali viaggi di famiglia. L'operazione “Azhira” ha portato all'arresto di tre persone di nazionalità marocchina, ritenute responsabili di far parte della rete di trafficanti. Dopo il blitz, diretto e coordinato dalla sezione istruttoria numero 2 del Tribunale di Melilla, la Guardia Civile dà per smantellata la rete. Dall'avvio dell'inchiesta, nel gennaio del 2017, sono state arrestate complessivamente 53 persone e sequestrati 40 veicoli, come segnala una nota dell'istituto armato.
I migranti, in maggioranza di origini subsahariane, erano nascosti in “condizioni pietose“, secondo gli inquirenti, in sotto i sedili di auto e furgoni, rischiando l'asfissia per la mancanza di spazio e l'inalazione dei gas di scarico dei veicoli. Mentre membri dell'organizzazione erano seduti al posto di guida, spesso con accanto una donna e, seduti nei seggiolini posteriori, bambini piccoli, proprio al di sopra dei nascondigli dov'erano occultati i migranti, per eludere i controlli di polizia. Una volta nell'enclave e al riparo da occhi indiscreti, “i trafficanti tiravano i migranti come pacchi in strada e li abbandonavano alla loro sorte”, è la ricostruzione degli inquirenti. Nel corso dell'operazione, alcuni dei subsahariani scoperti nei viaggi clandestini sono stati soccorsi e trasferiti in ospedale con gravi sintomi di asfissia.
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