Managua: scontri in piazza e feriti

Migliaia di persone hanno manifestato a Managua (capitale del Nicaragua) per protestare contro il presidente Daniel Ortega nel corso di una giornata ad alta tensione conclusa con almeno due feriti a colpi d'arma da fuoco.

Scontri

L'ormai consueta violenta repressione delle proteste è stata attribuita a uomini armati a bordo di furgoncini, sui quali sventolavano bandiere rosse e nere del partito sandinista al potere, che hanno aperto il fuoco sul corteo nell'est della capitale, come hanno registrato le immagini televisive. Un secondo manifestante è stato invece ferito da agenti di polizia, provocando la reazione degli oppositori che hanno poi distrutto un veicolo delle forze dell'ordine. Numerosi manifestanti si sono rifugiati in un centro commerciale, in fuga da decine di agenti anti-sommossa e sostenitori armati del presidente Ortega. La tensione è stata massima quando in strada sono scesi anche gruppi di sostenitori del contestato presidente, in risposta ad un appello lanciato dallo stesso Ortega. 

Scambio di accuse

In un comunicato la polizia ha attribuito i disordini a “golpisti“, accusati di aver compiuto “atti terroristici“. Una ricostruzione dei fatti respinta dall'Alleanza cittadina per la giustizia e la democrazia – costituita da studenti, imprenditori ed esponenti della società civile – che ha indetto la manifestazione di domenica, accusando a sua volta la polizia di “mentire e alterare la realtà“. La stessa Alleanza cittadina ha chiesto alle forze armate del Nicaragua di “osservare il pieno rispetto della Costituzione e dei poteri conferiti“, ascoltando l'appello del popolo a favore di un'uscita pacifica dalla crisi” in atto dallo scorso 18 aprile. 

La manifestazione

La protesta si è svolta all'indomani dell'espulsione, il 1 settembre, della missione dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani. Un provvedimento annunciato dalle massime autorità del Nicaragua, che appare come una ritorsione, pochi giorni dopo la pubblicazione di un rapporto molto critico delle Nazioni Unite. Il rapporto, diffuso mercoledì scorso, denunciava violazioni sistematiche dei diritti umani durante la crisi socio-politica, con un bilancio di oltre 400 morti e migliaia di feriti in quattro mesi. In particolare gli esperti Onu hanno deplorato l'uso sproporzionato della forza da parte della polizia, sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie e torture, il tutto in un clima di “impunità, paura e sfiducia“.