La Commissione europea, per la prima volta nella sua storia, ha deciso di attivare contro la Polonia la procedura prevista dall'Articolo 7 del Trattato per il rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori fondamentali dell'Unione europea.
A dare la notizia dell'avvio dell'iter è il vicepresidente dell'esecutivo, Frans Timmermans, spiegando che la Commissione contesta al governo nazionalista polacco una riforma del sistema giudiziario che mette in pericolo lo Stato di diritto. “Purtroppo le nostre preocccupazioni si sono approfondite. Negli ultimi due anni, sono state adottate 13 leggi che mettono a rischio l'indipendenza del sistema giudiziario – ha spiegato Timmermans -. La maggioranza di governo può interferire in modo sistematico nel funzionamento dell'autorità giudiziairia“.
Il vice presidente della Commissione, però, ha anche sottolineato che la Polonia ha ancora tre mesi di tempo per fare marcia indietro sulla riforma della giustizia se vuole evitare che si vada avanti con la procedura dell'articolo 7. L'esecutivo comunitario ” ha adottato una quarta raccomanda sullo stato di diritto con una lista delle misure per rimediare alla situazione nei prossimi tre mesi. Se le autorità polacche adotteranno le azioni raccomandate, la Commissione è pronta a riconsiderare la sua posizione“.
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