L’Isis penetra nella zona sud-ovest di Kobane

L’isis sta penetrando nella città siriana di Kobane a ridosso del confine con la Turchia, malgrado la resistenza curda. Ora si teme che la cellula terroristica possa conquistare la città e da Ankara il premier turco Ahmet Davutoglu assicura che si farà di tutto per impedirlo: Damasco invece considererebbe l’intervento turco un aggressione. Lo dice il ministro degli esteri siriano Walid al Muallem, all’indomani della risoluzione del Parlamento turco che ha autorizzato un’azione militare di Ankara contro l’Isis in Siria e in Iraq.

I jihadisti, una volta presa Kobane, terza città curda, potrebbero controllare un vasto settore della frontiera con la Turchia. Oltre 160.000 civili sono fuggiti cercando scampo in territorio turco. Proprio oggi una bandiera nera inneggiante il simbolo dello stato islamico è stata issata su una palazzina della zona orientale di Kobane, lo riferiscono i media arabi citando dei testimoni turchi al confine.

Intanto contro il califfato si è registrato un attacco senza precedenti : una giovane combattente curda, ritrovandosi circondata dai jihadisti, si è fatta esplodere uccidendo un imprecisato numero di miliziani. Arin Mirkan, madre di due bambini,  era una comandante dell’Ypg , Unità di protezione popolare curda. Secondo quanto riporta il Telegraph, la donna era impegnata nella difesa di Kobane e, una volta terminate le munizioni, ha deciso di farsi saltare in aria per non finire nelle mani nemiche.

Secondo i curdi, i raid aerei degli Stati Uniti e dei loro alleati non sono coordinati a sufficienza con le truppe sul terreno e per ora non sono in grado di fermare l’offensiva dell’Isis: intanto le polemiche sugli effetti della propaganda Jihadista aumentano. L’Indipendent di Londra lancia una campagna per ignorare i messaggi dei terroristi con ostaggi inginocchiati e i ricatti all’Occidente: il giornale inglese si riferisce a venerdì scorso quando un uomo “è stato ucciso a sangue freddo davanti alle telecamere con l’unico scopo di fare propaganda”.