Libia e Regeni, due dei dossier più importanti della politica estera italiana al centro delle due telefonate avute oggi dal premier Giuseppe Conte. Dall'altro lato della cornetta, Vladimir Putin e Abdel Fattah al-Sisi, rispettivamente presidenti di Russia ed Egitto, per fare il punto sull'escalation militare in Nord Africa e sulla necessaria collaborazione con l'Italia sul caso del ricercatore ucciso al Cairo nel 2016. Un colloquio, quello fra Conte e Putin, in cui i due leader hanno tirato le somme sulle tematiche principali che interessano la stabilità internazionale, a cominciare dalla crisi ucraina e da quella siriana, le quali vedono entrambe Mosca parte attiva. Stesso scenario anche sul fronte libico, dove l'influenza della Russia inizia a destare più di qualche preoccupazione in Occidente, negli Stati Uniti ma anche in Italia, diretta interessata nel dossier libico, da un punto di vista geopolitico e strategico. La promessa strappata da entrambi i presidenti è un aggiornamento costante proprio in virtù dell'importanza che la Libia riveste per l'Italia.
Dossier Libia
Il briefing telefonico fra Conte e Putin si inserisce in continuità con la conversazione intercorsa un paio di giorni fra i due ministri degli Esteri Luigi Di Maio e Sergej Lavrov, nella quale i due avrebbero discusso proprio del dossier Libia, in vista della Conferenza di Berlino. Del resto, lo stesso Di Maio aveva parlato del Paese nordafricano a margine della sua visita al contingente italiano Unifil in Libano, spiegando che in Libia erano in corso scenari del tutto simili a quelli visti in Siria, affermando che “stiamo lavorando alla missione europea in Libia, guidata da Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione europea”. Stesso tema, il capo della Farnesina aveva affrontato anche con il collega turco Mevlut Cavusoglu.
Caso Regeni
Contenuti più o meno simili ma anche con qualche rilevante tema in più quelli emersi dal colloquio telefonico fra Conte e al-Sisi, con il quale, secondo una nota diffusa da Palazzo Chigi, il premier avrebbe discusso della “crisi libica, le sfide della regione mediterranea e la cooperazione bilaterale, con particolare riguardo alla ripresa dei contatti per l'urgente rilancio della collaborazione giudiziaria sull'omicidio di Giulio Regeni”. Il dossier forse più rilevante in quanto, a distanza di quasi quattro anni, sulla morte del ricercatore italiano persistono ancora lunghe ombre. Le ultime rivelazioni sul caso Regeni sono arrivate dalla commissione d'inchiesta che ha avanzato l'ipotesi di quattro depistaggi messi in atto dagli apparati di sicurezza egiziani, cercando di attribuire a soggetti stranieri l'uccisione del giovane ricercatore italiano.