“E’ con il cuore pesante che mi rivolgo a voi, l’estensione della devastazione è monumentale, praticamente dobbiamo ricostruire Dominica”. Sono le parole, drammatiche, pronunciate dal primo ministro dell’isola caraibica, Roosevelt Skerrit, in un discorso televisivo ai suoi concittadini. La tempesta tropicale Erika sta provocando danni incalcolabili: distrutte centinaia di case, ponti, strade. E poi ci sono i morti: almeno 30 quelli accertati, 31 i dispersi. Tra le vittime, tre famiglie sepolte vive da una frana che a causa dalle piogge torrenziali ha travolto le loro case.
Ma il bilancio del passaggio distruttivo è destinato ad aumentare. Erika si è spostata verso Santo Domingo dove sono state evacuate 7.300 persone e 823 casa sono state danneggiate. Secondo le previsioni del National Hurricane Centre degli Stati Uniti, che monitora gli uragani nell’area, Erika raggiungerà l’isola di Hispaniola, condivisa da Haiti e la Repubblica Dominicana. I rilievi montuosi dell’isola ne divrebbero però ridurre l’intensità. In Florida, dove è attesa per domani, il governatore Rick Scott ha comunque dichiarato lo stato di emergenza esortando la popolazione a fare scorte di acqua, cibo e carburante.
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