La polizia britannica: “Glushkov è stato ucciso”

Nikola Glushkov, esule russo molto vicino all'oligarca Boris Berezovsky e oppositore del presidente russo Vladimir Putin, il cui corpo è stato rinvenuto nei giorni scorsi a Londra, sarebbe stato ucciso. Ne è convinta la polizia britannica che ha aperto un'inchiesta per omicidio. Il fascicolo sulla morte di Boris Berezovsky è tra i 14 riaperti dalle autorità britanniche alla luce del caso Skripal.

Autopsia

Sul collo di Glushkov, è risultato dall'autopsia, erano presenti “segni di pressione“, compatibili cioe' con uno strangolamento. E di “soffocamento” aveva parlato ieri, riportandolo da amici dell'esule che ne avevano visto il cadavere, il quotidiano russo Kommersant.

Sodale

 Negli anni Novanta Glushkov lavorò per le aerolinee di Stato Aeroflot e a per la Logovaz, l'azienda automobilistica di Berezovsky. Quando quest'ultimo, nel 1999, lasciò la Russia e si rifugiò in Gran Bretagna per sfuggire alle mire di Putin, Glushkov fu accusato di frode e riciclaggio. Trascorse cinque anni in carcere, da cui uscì nel 2004. Londra gli ha concesso l'asilo politico, e nel 2011 testimoniò in un processo intentato da Berezovsky contro Roman Abramovich, oligarca rimasto in buoni rapporti con l'uomo forte della Russia. Glushkov aveva raccontato alla corte di essere stato preso in “ostaggio” da Putin affinché Berezovsky si convincesse a cedere il suo canale televisivo Ort. Il processo venne perso da Berezovsky, che aveva accusato l'attuale proprietario del Chelsea di avergli sottratto circa 5 miliardi di dollari quando i due erano partner in una società petrolifera, circostanza negata da Abramovich. 

Ultimi anni

Dopo il processo, Berezovsky sparì dalla vita pubblica. Fu trovato morto impiccato nell'abitazione del'ex moglie nel marzo del 2013. La polizia lo ritenne un suicida. “Sono convinto – disse Glushkov al Guardian – che Boris sia stato ucciso Mi arrivano informazioni diverse da quelle pubblicate sulla stampa. Boris è stato strangolato”. Glushkov continuò a indagare per conto suo sulla morte dell'amico. Nel 2017 un tribunale di Mosca lo condannò in contumacia a sette anni di carcere