La minoranza Ainu vede la fine del tunnel

Il Giappone è sul punto di mettersi alle spalle decenni di politiche discriminatorie nei confronti della minoranza etnica degli Ainu. E' stato, infatti, presentato un disegno di legge che li riconoscerà per la prima volta con un popolo “indigeno“. 

La minoranza

Gli Ainu, molti dei quali vivono a Hokkaido, nel nord del Paese, hanno sofferto a lungo gli effetti di una politica di assimilazione forzata. Tuttora, nonostante la riduzione delle discriminazioni dirette, persiste il divario tra la comunità indigena e il resto dei giapponesi in termini di istruzione e reddito. “E' importante proteggere l'onore e la dignità del popolo Ainu e trasmetterli alle generazioni future per costruire una società con valori diversi”, ha spiegato ai giornalisti il portavoce del governo, Yoshihide Suga. “Oggi nell'esecutivo abbiamo deciso di sviluppare alcune politiche per proteggere l'orgoglio del popolo Ainu“, ha aggiunto.

Politiche

Il disegno di legge è il primo documento che riconosce l'Ainu come “popolo indigeno” e sollecita il governo ad attuare “politiche future“, comprese misure per sostenere le comunità e promuovere le economie locali e il turismo. Alla fine del XIX secolo, il governo di Tokyo proibì agli Ainu di praticare le loro usanze e di usare la propria lingua. Tradizionalmente, gli Ainu hanno praticato una religione animista, con uomini con lunghe barbe e donne che si adornano di tatuaggi facciali prima del matrimonio. Si stima che attualmente la comunità si componga di 12.300 individui.