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Kenya, commando uccide due poliziotti davanti una chiesa in Ukunda

Torna a scorrere il sangue in Kenya, ancora in forte stato di tensione dopo l’annullamento della tornata elettorale per la presidenza del Paese: un gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco contro due poliziotti, mentre questi prestavano servizio di sorveglianza in una chiesa della regione di Ukunda. Gli agenti sono rimasti uccisi dai colpi del commando, composto da un numero imprecisato di persone, le quali si sono poi dileguate fra la folla. Uno dei due poliziotti colpiti è morto sul colpo, mentre l’altro è stato trasferito nel più vicino ospedale, morendo poco dopo. Stando a una prima ricostruzione, fornita dal capo della Polizia costiera Larry Kieng e riportata dalle testate locali, i killer sono arrivati nei pressi dell’edificio religioso a bordo di una moto, sparando diversi colpi in direzione delle Forze dell’ordine.

Kenya, l’ombra di al Shaabab

Al momento non sono arrivate rivendicazioni ma, secondo quanto finora trapelato, dietro l’attacco di Nairobi ci sarebbero gli estremisti di al Shabaab, gruppo jihadista sunnita affiliato al sedicente Stato islamico e, soprattutto, ad Al Qaeda che opera principalmente in Somalia. I miliziani dell’organizzazione, considerata dalla maggior parte dei Paesi come terroristica, hanno già in passato rivolto attacchi analoghi nei confronti del confinante Kenya (soprattutto verso comandi di polizia) reo, secondo i fondamentalisti, di aver effettuato interventi militari nello Stato del Corno d’Africa contro le milizie islamiste. Lo stesso Kieng, nel frattempo, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sull’accaduto perché la dinamica della vicenda “fa pensare a un deliberato atto di terrorismo”. Da maggio a oggi, sono stati oltre 20 gli agenti uccisi.

Momento difficile

Un delitto che, evidentemente, non riguarda le recenti tensioni interne dello Stato africano dove, negli ultimi giorni, l’annullamento del voto che aveva confermato Uhuru Kenyatta alla presidenza del Paese ha provocato un forte strascico per la popolazione. Anche all’indomani del voto, con la denuncia di brogli da parte del rivale di Kenyatta, Raila Odinga, non erano mancati episodi di violenza e, certamente, l’ultimo episodio accaduto a Nairobi va a inserirsi in un contesto tutt’altro che semplice per la nazione.

Edith Driscoll

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