Quaranta minuti di discorso ma nessun riferimento al recente test nucleare coreano. Ha parlato di altro il presidente cinese, Xi Jinping, aprendo l’atteso summit fra i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) a Xiamen, concentrando le sue parole sul ruolo degli Stati emergenti nel contesto dell’economia globale. Secondo il leader della Cina, infatti, i membri della coalizione devono opporsi con decisione al protezionismo, assicurando che Pechino continuerà a investire sui mercati internazionali e ad accogliere investimenti esteri sul fronte domestico. Secondo Xi, i Paesi del summit dovranno necessariamente seguire la via del progresso per rafforzare le sue posizioni di fronte alle barricate del protezionismo degli Usa e dell’Europa.
Un appuntamento di grande importanza strategica quello organizzato in Cina, che mira a ribadire il fondamentale (e sempre crescente) ruolo giocato da Pechino nell’economia globale. Certamente, quanto accaduto in Corea del Nord alimenterà grande attenzione attorno alla politica cinese in merito alla crisi del Pacifico orientale. Potrebbe non essere un caso che Pyongyang abbia scelto proprio questo giorno per effettuare il suo test atomico (quando le previsioni avevano individuato nel 9 settembre la data più probabile): il 18 ottobre prossimo, inoltre, avrà inizio il 19esimo Congresso del Partito comunista cinese, durante il quale, come in gran parte programmato, i poteri di Xi Jinping saranno notevolmente rinforzati, così come quelli della cosiddetta “sesta generazione”. Ad alimentare il sospetto di una scelta, più che di una coincidenza, il precedente del maggio scorso, quando un missile balistico è stato scagliato dalla Corea in corrispondenza dell’inizio del forum Obor sulla Nuova via della seta. A ogni modo, a margine della prima giornata di lavori, il presidente cinese ha spiegato che, d’intesa con Putin, il tema Corea andrà affrontato appropriatamente, con l’obiettivo della denuclearizzazione della Penisola.
Sullo sfondo del Brics, si stagliano le prove di distensione fra India e Cina al centro, negli ultimi mesi, di una forte pressione reciproca sul Bhutan. L’esercito indiano, asserragliato in difesa del confine bhutanese, ha disposto il rientro delle truppe, mentre le autorità cinesi sembrerebbero aver rinunciato a un’opera pubblica che avrebbe sconfinato nello stato himalayano. Il vertice di Xiamen, probabilmente, sarà utile anche ad alleggerire ulteriormente il clima di tensione fra i due giganti che, in un certo senso, potrebbero porsi quali leader della coalizione Brics.
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