Il voto dell'Europarlamento non preoccupa Orban

Il voto dell'Europarlamento incombe su Orban e l'Ungheria ma, a conti fatti, la circostanza non sembra preoccupare più di tanto il premier magiaro che, parlando a Radio Mr dell'imminente pronunciamento sulla validità o meno dell'attivazione dell'articolo 7 in merito presunta violazione dello stato di diritto e delle libertà fondamentali, lo ha definito “innocuo”, un “tipo di procedura alla fine della quale non ci sono sanzioni”. Ma non solo. Per Orban il voto dell'Europarlamento ha ancor meno valore in quanto i suoi giorni, cosi come quelli della Commissione, “sono ormai contati. Spero che nel Parlamento eletto in futuro non ci sia una maggioranza pro-migranti”. Un augurio che il premier ungherese fa in vista delle elezioni del 2019.

L'affondo sulla difesa dei confini

Per Orban, l'avvio della procedura contro il suo Paese è solo una strategia “per indebolire l'Ungheria che lotta contro l'immigrazione”, palesando il rischio che, a suo parere, starebbe correndo l'Unione europea ossia quello di togliere il diritto alla difesa dei confini nazionali dei Paesi di frontiera (come l'Ungheria), procedendo con controlli da parte di “mercenari”: “Non potendo costringere l'Ungheria ad aprire i confini – ha detto ancora il premier -, vogliono toglierci il diritto alla difesa dei confini. dovremmo semplicemente consegnargli la chiave della porta”.

Salvini: “Lavoriamo per cambiare l'Europa”

Dalla parte del premier ungherese si è schierato il vicepremier italiano, Matteo Salvini, il quale ha commentato il voto dell'Europarlamento di Strasburgo già nei giorni scorsi, manifestando solidarietà al leader sovranista: “Le sanzioni contro il popolo ed il Governo ungherese sono un atto politico, una follia di quell'Europa di sinistra che non si rassegna al cambiamento e sono convinto che tra qualche mese ci troveremo a governare l'Europa in compagnia di Viktor Orban”. E anche il ministro dell'Interno, impegnato a Vienna al vertice dei titolari dei dicasteri degli Interni dell'Ue, ha parlato delle elezioni del maggio 2019, spiegando che in quell'occasione l'intenzione è di “cambiare l'Europa escludendo i socialisti dal Governo, mettendo al centro il diritto alla vita, al lavoro, alla famiglia, alla sicurezza. Stiamo lavorando con altri partiti, popoli e governi europei per cambiare la storia di questo Continente nel maggio prossimo ed il nucleo parte proprio da Vienna, da Milano, da Roma. La presidenza austriaca dell'Ue, l'Italia, hanno portato energia nuova dando la sveglia ad un'Europa che dormiva”.