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Il Kenya sceglie il suo nuovo presidente, sfida serrata tra Kenyatta e Odinga

Diciannove milioni di kenioti sono chiamati alle urne per l’elezione del nuovo presidente. A contendersi la massima carica nazionale sono l’attuale capo di Stato, Uhuru Kenyatta, e il leader dell’opposizione, Raila Odinga. Nella città natale di Kenyatta – Gatundu, a nord di Nairobi – ha già votato una delle più vecchie del Paese – Lydia Gathoni, 102 anni – che ha dato il suo appoggio al presidente. Il vincitore dovrà ottenere più del 50% dei voti oltre ad almeno il 25% dei voti in almeno 24 delle 47 contee del Paese. Kenyatta e Odinga si sono sfidati anche nelle elezioni del 2013, vinte dall’attuale presidente con un margine risicato.

Alla vigilia delle elezioni presidenziali, Barack Obama ha invitato i kenioti a respingere ogni violenza. L’ex presidente Usa sente particolarmente questa consultazione, visto che il padre era un economista nativo del Paese africano. “Invito tutti i kenioti – si legge in un comunicato – a lavorare per un’elezione che risulti pacifica e credibile e che rafforzi la fiducia nella vostra nuova Costituzione e nel futuro del vostro Paese. Qualsiasi conflitto riguardo all’elezioni dovrebbe essere superato in modo pacifico attraverso le istituzioni“.

I kenioti si trovano di nuovo a dover far fronte alle minacce di violenze, mentre molti dei sopravvissuti al più letale periodo di lotta politica nella storia del Paese, dieci anni fa, affermano di non aver avuto ancora giustizia. Secondo l’analisi di esperti, l’incapacità del governo di curare vecchie ferite sociali potrebbe avere conseguenze a lungo termine e trasmettersi di generazione in generazione, con il rischio di trasformarsi in un nuovo ciclo di violenze. Nel 2007, oltre mille persone vennero uccise e oltre 600 mila vennero scacciate dalle loro case, dopo che gli osservatori internazionali affermarono che le elezioni appena svoltesi erano state truccate.

Edith Driscoll

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