Il Consiglio d’Europa alla Turchia: “Revocate subito lo stato d’emergenza”

La Turchia deve porre “immediatamente” allo stato d’emergenza dichiarato dopo il tentato colpo di stato di luglio. Lo chiede il commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, in un memorandum che fa seguito alla visita ad Ankara dal 27 al 29 settembre. “Noto con rammarico che il governo turco ha intenzione di prolungare lo stato d’emergenza per altri 90 giorni, spero che questo periodo possa essere accorciato” scrive Muiznieks. Il commissario ritiene che le autorità devono “immediatamente cominciare a revocare i decreti d’emergenza, cominciando dalle misure che possono maggiormente essere applicate arbitrariamente e quelle che contengono meno garanzie normali”.

Un auspicio in tal senso è stato espresso dal ministro italiano degli Esteri, Paolo Gentiloni, che ha incontrato Recep Tayyip Erdogan ad Ankara. “Alla Turchia abbiamo espresso piena solidariet – ha detto -, ma anche la speranza che la situazione eccezionale dopo il golpe finisca al più presto e si torni a un dialogo con tutte le componenti parlamentari”. Gentiloni riconosce la “seria minaccia” vissuta dalla Turchia con il fallito colpo di stato del 15 luglio, ma chiede un ritorno alla “normalità” per favorire anche “il dialogo con l’Ue” sui migranti.

La minaccia di Ankara di far saltare il patto con Bruxelles senza la liberalizzazione dei visti aleggia su un accordo che, secondo Gentiloni, “per ora funziona” e dovrebbe “diventare un esempio positivo per dire all’Ue di svegliarsi anche sul Mediterraneo centrale, investendo risorse finanziare e politiche sul Migration compact” con i Paesi del Nord Africa. Per scongiurare una rottura, Gentiloni auspica che sulla questioni dei visti si trovi “una flessibilità che permetta all’Europa di non rinunciare ai propri principi”, perché “c’è sempre una via di mezzo”.