IL CALIFFATO ORGANIZZA LO STATO IN LIBIA

Continua l’avanza dell’autoproclamato Califfato in LIbia, dove i militanti jihadisti stanno cercando sempre più insistentemente di creare una loro roccaforte, come ad esempio a Raqqa, una città della Siria considerata la roccaforte dei jihadisti. Ora, in un nuovo video diffuso in rete, lo Stato Islamico ha invitato i suoi militanti in Arabia Saudita, Tunisia, Egitto e Sudan a recarsi in Libia per combattere contro l’esercito del Paese. L’uomo che sprona i jihadisti alla “mobilitazione generale per la Jihad in Libia” è il saudita Ali el Gezrawi che ha sottolineato che il Paese “è la terra della jihad e dell’immigrazione, non appartiene solo ai libici, ma a tutti i musulmani che credono in Dio, ed è uno Stato del Califfato”.

In Libia oramai è guerra aperta tra le due anime del terrorismo internazionale e ad  ufficializzarla è l’ala libica dello Stato Islamico che ha diffuso in rete “l’ordine di uccidere” il leader di al Qaeda, Aymen Al Zawahiri, colpevole, insieme all’algerino Mukhtar Belmkthtar, di aver guidato le brigate di blasfemi che lo scorso giugno cacciarono i jihadisti del Califfato di Derna. Sui social media infatti sono state diffuse le “schede” firmate dall’Isis con tanto di foto segnaletiche e informazioni su dove rintracciare i due “ricercati da uccidere”. Ma il Consiglio dello Shura – sigla che rappresenta un’alleanza di milizie islamiche che hanno sconfitto i jihadisti a Derna, sostengono che il Califfato stia tentando di “mescolare le carte per attrarre un intervento straniero”.

Nel frattempo i militanti del Califfato nero che si trovano a Sirte, hanno lanciato su Twitter l’hashtag “afflusso verso la Libia” e pubblicato alcuni video in cui mostrano la città in mano all’Isis. Alcuni testimoni hanno riferito che i jihadisti presenti nella cittadina libica hanno creato una sorte di “emirato”, sostituendo i tribunali civili con una Corte islamica della Sharia, hanno distribuito dei volantini con il nuovo calendario in vigore e, inoltre, il cosiddetto “ufficio per l’educazione” dell’Is ha imposto un nuovo programma scolastico e stabilito la separazione della classe in maschi e femmine, sia nelle scuole che nelle università.