Il Cairo replica all'Ue: “Non interferite”

Il Cairo ha respinto la risoluzione con cui il Parlamento europeo, lo scorso 8 febbraio, ha condannato la pena di morte in Egitto. 

Niente ingerenze

In un comunicato, letto dal capo del Comitato per gli Affari esteri del parlamento egiziano, Tarek Radwan, viene spiegato che il provvedimento Ue “rivela ignoranza delle reali condizioni dell'Egitto”, e che la stessa è “una violazione del principio di non intervento negli affari interni di paesi terzi”. “L'Egitto ha pieno diritto a scegliere il suo sistema legale e giudiziario“, si legge nella nota, che specifica che “il parlamento egiziano rigetta ogni tentativo di dettare una modifica delle leggi nazionali, elaborate da rappresentanti eletti secondo le regole della Costituzione, e che derivano dal contesto sociale e dalle minacce alla sicurezza del Paese”.

La risoluzione

Strasburgo aveva emesso questa risoluzione lo scorso 8 febbraio, in cui esprimeva preoccupazione a causa delle “rigide procedure nel sistema legale egiziano, per i casi in cui la pena di morte è applicabile”. Nella premessa della risoluzione si evidenzia “un significativo aumento delle persone condannate a morte in Egitto dal 2014″, un numero che oggi si attesta attorno alle 1850 persone. Solo negli ultimi due mesi le autorità egiziane hanno portato a termine 26 esecuzioni capitali, disponendone poi altre 29, secondo quanto afferma una dichiarazione congiunta firmata da una serie di organizzazioni per i diritti umani, come il Cairo Institute for Human rights (Cihrs), l'Arab network for Human Rights Information (Anhri), Al Nadeem, e altre ancora.

Preoccupazione

L'organo legislativo dell'Ue – che condanna anche “l'aumento allarmante delle sparizioni forzate e della tortura, le quali riflettono un deterioramento nella situazione dei diritti umani” – aveva inoltre chiesto che le persone soggette a condanna a morte in Egitto possano avere “pieno accesso alla rappresentanza legale, ed un giusto processo in accordo con gli standard internazionali”. Si condanna esplicitamente “l'uso della pena di morte per la repressione degli oppositori“.

La replica

Su questo punto la nota del Parlamento egiziano afferma che “porre fine alla pena di morte non è un impegno di rilievo internazionale, né un tema che necessita di consenso tra i diversi Paesi”. Si specifica poi che le leggi egiziane “contengono un certo numero di procedure che garantiscono all'accusato un giusto processo, con piena possibilità di difendersi, in accordo con gli standard internazionali”.