I pasdaran: “Rivolta sconfitta”

Giornata di apparente calma in Iran dopo le proteste dei giorni scorsi contro il carovita e la corruzione che hanno causato 23 morti. Secondo i media statali, tra i quali il canale in inglese Press TV, e l'agenzia conservatrice Farsnews, a scendere in piazza sono state oggi migliaia di persone che hanno preso parte a manifestazioni di sostegno alla suprema guida spirituale iraniana, l'ayatollah Khamenei in varie zone del Paese. La notizia non compare su altri media. Farsnews riferisce che i manifestanti hanno espresso tutto il loro appoggio al leader, e rilancia la tesi secondo la quale le proteste di questi giorni sono ispirate da potenze straniere attraverso “mercenari” locali. “Fomentatori di disordini” è il termine con il quale i manifestanti definiscono chi critica il regime. Insieme agli slogan a favore di Khamenei, vengono scanditi anche “Morte all'America” e “Morte a Israele”. La televisione di Stato ha diffuso in diretta le immagini di manifestazioni di massa in varie città tra cui Qom, capitale religiosa dell'islam sciita in Iran, Ahvaz (sud-ovest), Arak (centro), Gorgan (nord), Ilam e Kermanshah (ovest).

I pasdaran contro Ahmadinejad

“La rivolta è stata sconfitta“. Il trionfale proclama è stato lanciato dal comandante dei Guardiani della rivoluzione, i pasdaran, generale Mohammad Ali Jafari. L'alto responsabile iraniano ha poi ha fatto riferimento, senza nominarlo, all'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad, accusandolo di essere dietro alla sommossa. “Tutto è avvenuto dopo un appello di un sito affiliato a una persona che oggi parla contro il sistema islamico” ha detto infatti Jafari. 

I timori dell'Europa

La maggiore preoccupazione è quella di evitare ulteriori vittime. L'Unione europea, attraverso l'Alto rappresentante Federica Mogherini, ha fatto sapere che “sta seguendo da vicino le dimostrazioni in corso in Iran, l'aumento della violenza e la perdita inaccettabile di vite umane“. Mogherini sottolinea che “dimostrazioni pacifiche e libertà di espressione sono diritti fondamentali che si applicano a ogni Paese, e l'Iran non fa eccezione. Ci aspettiamo che tutte le persone coinvolte si astengano dalla violenza” mentre l'Ue, avverte Mogherini, “continuerà a monitorare la situazione”. Preoccupazioni espresse anche dalla Francia. L'Eliseo conferma che Macron ha chiesto direttamente a Rohani di garantire il rispetto delle “libertà fondamentali, in particolare le libertà di espressione e di manifestazione” e si è detto “preoccupato” per “il numero di vittime legate alle manifestazioni” invocando “moderazione e pacificazione”. Visto l'”attuale contesto”, il presidente francese e quello iraniano hanno deciso di “comune accordo” di rinviare la visita prevista alla fine di questa settimana a Teheran del ministro degli Esteri di Parigi, Jean-Yves Le Drian: è quanto si legge in una nota diffusa dall'Eliseo dopo il colloquio telefonico di ieri sera tra i due leader.

Colloquio Rohani-Erdogan

Rohani ha sentito questa mattina anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha ribadito l'importanza del mantenimento della stabilità e della pace in Iran. Il leader turco ha inoltre espresso supporto all'auspicio di Rohani che si evitino violenze nelle manifestazioni in corso nel Paese. Dal canto suo, il presidente iraniano ha ringraziato Erdogan per il sostegno, augurandosi una conclusione delle proteste nel giro di pochi giorni.

Trump incoraggia le proteste

E' tornato a farsi sentire anche il presidente americano Donald Trump che in un tweet esprime il suo apprezzamento per il popolo iraniano e a promettere il sostegno degli Stati Uniti al momento giusto. “Grande rispetto per il popolo dell'Iran mentre tenta di riprendere il controllo del suo governo corrotto. Vedrete grande sostegno dagli Stati Uniti al momento appropriato!”

Terrorismo, Israele accusa Teheran

Sul fronte internazionale, ad accrescere la tensione sono invece le notizie che giungono da Israele, direttamente dal premier Benyamin Netanyahu che ha rivelato come lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna, ha scoperto e neutralizzato una rete terroristica che agiva sotto l'egida dell'intelligence dell'Iran. Non è la prima volta – ha aggiunto – che cercano di colpire in Israele”.  Netanyahu ha accusato l'Iran che “tenta di colpire Israele non solo mediante l'assistenza a movimenti terroristici come Hamas, Hezbollah e la Jihad islamica, ma anche cercando di organizzare attività terroristiche all'interno del territorio israeliano, contro i nostri civili''. Secondo la polizia israeliana la cellula era diretta da Muhammad Maharma, 29 studente universitario a Hebron (Cisgiordania), arrestato assieme con due complici. Questi – secondo la versione della polizia – era stato ingaggiato da un congiunto residente in Sudafrica che l'aveva messo in contatto con emissari dell'intelligence dell'Iran. Il suo incarico era di reclutare un attentatore suicida. Doveva inoltre raccogliere sistematicamente informazioni su Israele con l'aiuto di un arabo cittadino israeliano che disponeva di libertà di movimenti. In particolare gli era stato richiesto di procurarsi banconote e schede telefoniche israeliane. Un negozio di prodotti fotografici a Hebron serviva a dissimulare le sue attività.