Guaidò: “Non saremo un'altra Libia”

Maduro ha perso il controllo del Paese e la popolazione sta soffrendo. Ci sono 70 giovani assassinati in una settimana dal faes, le forze speciali di polizia, e 700 persone in carcere, 80 minorenni addirittura bambini”. Lo ha detto l'autoproclamato presidente a interim del Venezuela, Juan Guaidò, nel corso di un'intervista al Tg2

La sfida

Il leader dell'opposizione ha poi dichiarato di avere intenzione di sfidare un divieto posto dal governo organizzando l'invio dall'estero nel Paese di una grande quantità di aiuto umanitario. In un'intervista con l'agenzia di stampa Ap, Guaidó ha indicato che si tratterà essenzialmente di medicine che saranno messe a disposizione da nazioni della regione.

Aiuti umanitari

L'iniziativa, ha aggiunto, sarà un “nuovo test” per i militari del Venezuela, che finora si sono schierati dalla parte di Maduro. Guaidó ha quindi precisato che si tratterà di medicine essenziali per salvare la vita che sono scarse in Venezuela, e che giungeranno a diversi punti di frontiera dopo essere state caricate su navi di “Paesi amici – ha detto -. Non stiamo pensando solo agli Stati Uniti. E nei prossimi giorni annunceremo una coalizione globale che manderà aiuti in Venezuela”.

La posizione italiana

Guaidò ha poi risposto ad una domanda sulle parole di Manlio Di Stefano che, annunciando la contrarietà dell'Italia a riconoscerlo come leader venezuelano, ha invitato ad evitare “lo stesso errore fatto in Libia”. “Evidentemente – ha sottolineato il leader dell'opposizione – c'è una scarsa conoscenza di ciò che sta accadendo. Invito il sottosegretario agli esteri a informarsi, un'altra Libia qui non è possibile“, ha affermato Guaidò. “Invitiamo l'Italia a fare la la cosa corretta perché i giorni qui si contano in vite che si perdono”, ha aggiunto sottolineando l'importanza del riconoscimento da parte dell'europarlamento.