E'quasi un crollo verticale quello che ha interessato il titolo in borsa dell'azienda Facebook che, dall'inizio dello scandalo Datagate che l'ha travolta, ha perso più di 80 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione. Il titolo, complessivamente, ha perso il 18% del suo valore il che, naturalmente, si riflette anche sul patrimonio del suo Ceo e fondatore, Mark Zuckerberg, il quale ha visto lievitare verso il basso il valore complessivo delle sue ricchezze, ora prive di 14 miliardi rispetto al precedente capitale. In sostanza, l'affaire sull'utilizzo dei dati personali degli utenti che ha coinvolto anche la società di strategia britannica Cambridge Analytica, sta costando molto caro a Facebook e ai suoi introiti, oltre che all'immagine dell'azienda.
A Wall Street, la crisi del più grande social network del mondo non ha mancato di ripercuotere i suoi effetti anche su altri importanti nomi della rete: primo fra tutti Twitter che, alla fine della giornata di contrattazione del 27 marzo, ha lasciato per strada addirittura come il 12,03%, persino peggio della stessa Facebbok (4,92%). Più contenuti i deficit in termini di punti percentuali per Google (4,47%), Microsoft (4,6%), Amazon (3,78%) e Apple (2,56%). Nell'ultima settimana, la peggiore dal 2012 a oggi, l'azienda di Zuckerberg ha perso cifre enormi in termini di capitalizzazione ma, ancora di più, ha subito duri colpi da parte degli analisti di Bank of America, alla seconda bocciatura in pochi giorni: dopo il taglio dei giorni scorsi, il riconoscimento di rischio persistente “di pene di stampo civile per violazione della privacy”, BoA ha optato per il taglio dell'obiettivo di prezzo a un anno, scendendo dai precedenti 230 dollari agli attuali 210, seconda colata a picco dopo la forbice che, in precedenza, aveva portato da 265 a 230 dollari.
Nel frattempo, è arrivata la notizia che Mark Zuckerberg sarebbe pronto a testimoniare davanti al Congresso americano. A riportarlo è stata la Cnn, la quale ha citato fonti vicine al Ceo il quale, stando al media Usa, potrebbe esporre a Capitol Hill, davanti alla Commissione giustizia del Senato già il prossimo 10 aprile. Per quella data, all'appuntamento sono stati invitati non solo il fondatore di Facebook ma anche il Ceo di Google, Sundar Pichai, e quello di Twitter, Jack Dorsey. L'obiettivo della Commissione è di verificare le strategie e le politiche per la protezione dei dati personali degli utenti messe in pratica dalle aziende maggiori operanti sul web.
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