Economia e crescita: l’Argentina punta su Pechino

La presidente argentina Cristina Kirchner ha incontrato ieri a Pechino i dirigenti di 30 aziende cinesi interessate a espandersi sul mercato argentino o che già vi operano. Se la missione si prefigge anche di scalfire il pesante deficit commerciale argentino con la Cina, l’obiettivo più immediato sono gli incontri fra aziende argentine e imprenditori cinesi. L’interscambio tra i due paesi dal 94 ad oggi è continuato a crescere, passando dal 2,5% all’11,5 di oggi. Il leader sudamericano ci tiene a precisare che “la partnership strategica globale tra Argentina e Cina è una politica di Stato, non una politica del mio governo o una questione di partiti”.

Il capo di stato ha cercato di trasmettere segnali di normalità, accantonando le forti tensioni scoppiate a Buenos Aires a seguito del documento scritto dal procuratore Nisman, trovato morto il 28 gennaio nella sua abitazione, che rivela la sua volontà di chiedere l’arresto della presidente, sospettata di aver garantito impunità ai responsabili iraniani degli attentati antiebraici del 1994 nella capitale argentina. Anche i ministri che l’hanno accompagnata si sono mossi in questa direzione, hanno commentando esclusivamente i dieci nuovi accordi che la presidente firmerà insieme al collega cinese.

L’incontro al vertice della missione fra la Presidente Kirchner e l’omologo cinese Xi Jinping sugella un trend particolarmente attivo delle relazioni tra i due paesi e rende evidente l’attenzione della potenza orientale verso l’Argentina. La presidente ha infatti dichiarato che la Cina è “una fonte inesauribile di investimento”, non mancando in diverse occasioni di definire il paese asiatico come “la più grande potenza mondiale”. La Premier non si è fatta sfuggire un cinguettio su twitter con le prime impressioni sull’incontro: “È stata una riunione eccellente. Le aspettative sono ottimali”.