Draghi: “Per crescere necessarie riforme strutturali”

La riforma del sistema giudiziario, dell'istruzione, della ricerca: sono queste alcune delle riforme strutturali che “ogni Paese dovrebbe fare se ha come priorità la crescita, come dovrebbe essere”. E' quanto ha detto il presidente della Bce – la Banca centrale europea -, Mario Draghi, nel corso della sua ultima audizione al Parlamento europeo. Infatti, dal prossimo primo novembre Draghi lascerà la presidenza della Bce e al suo posto arriverà la francese Christine Lagarde. 

Il pessimo slancio della zona euro

“Dalla mia ultima audizione davanti a questa commissione lo slancio della zona euro è rallentato significativamente, più di quanto avevamo anticipato. Il Pil è ora previsto a 1,1% nel 2019, meno 0.6 punti dalle proiezioni di dicembre e 1,2% nel 2020, meno 0,5 punti da dicembre”, ha affermato Draghi sottolineando la necessità di una “strategia economica coerente nella zona euro, che completi l'efficacia della politica monetaria”, perciò la Bce è stata unanime nel chiedere “un maggiore contributo alle politiche fiscali”. In vista del rallentamento e dei rischi al ribasso, il presidente della Bce ha suggerito ai “governi con spazio nei bilanci, che affrontano un rallentamento” di “agire con tempestività, e allo stesso tempo i governi con alti debiti dovrebbero perseguire politiche prudenti e rispettare gli obiettivi” Ue. “I recenti dati e gli indicatori prospettici, come i nuovi ordini degli export nel manifatturiero non mostrano segnali convicenti di una ripresa della crescita nel prossimo futuro e i rischi delle prospettive di crescita restano orientati verso il basso”. In questo contesto di debolezza protratta” l'inflazione è rimasta “persistentemente sotto” i livelli a cui mira la Bce, ha aggiunto. 

Una politica monetaria accomodante

Mario Draghi, inoltre, ha assicurato che – in ottica della prospettiva e dell'incertezza che si sta affrontando – “la politica monetaria deve restare altamente accomodante per un periodo prolungato di tempo” e ha sottolineato come la Bce resta “pronta ad aggiustare tutti gli strumenti se richiesto dalle prospettive dell'inflazione”. “Le misure che abbiamo preso – ha aggiunto – all'ultimo incontro dimostrano la nostra determinazione e prontezza a fornire il necessario stimolo monetario per perseguire il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi”. Il presidente della Bce ha inoltre sottolineato come la politica monetaria non “ha finito gli strumenti o esaurito l'efficacia” e continuerà ad agire, ma ha anche rimarcato che se ci fosse un'adeguata politica fiscale sarebbe più efficiente e rapida

Rivedere le regole di bilancio

“Le regole di bilancio vanno riviste, Finora sono state efficaci, sensate, per molto temo, ora sono sensate perché evitano l'accumulo di debito, ma non sono così efficaci perché non hanno capacità anticicliche”, ha concluso Daghi, ricordando l'importanza di uno strumento di stebilizzazione fiscale centrale, per aiutare i Paesi colpiti da shock, e ha sottolineato di nuovo l'importanza delle riforme strutturali che sono “l'unico strumento per aumentare le prospettive di crescita”