DOPO 41 ANNI INDIA E BANGLADESH SI ACCORDANO SULLE TERRE CONTESE

Dopo le dispute durate 41 anni, l’India e il Bangladesh hanno raggiunto un’intesa storica che ridisegnerà i confini tra i due Paesi e stabilirà una volta per tutte la sovranità sulle enclavi. Ieri il parlamento di New Delhi ha passato il 119° emendamento della Costituzione, che rende effettivo l’accordo India-Bangladesh Boundary del 1974. In una rara dimostrazione di unanimità, tutti i 331 membri della Lok Sabha (Camera del popolo o Camera bassa) hanno votato in favore del decreto. A Dhaka la notizia è stata considerata come una vittoria del Bangladesh sul “fratello maggiore”, oltre che la consacrazione di un ritrovato avvicinamento tra le due nazioni.

India e Bangladesh condividono 4.096 chilometri di confine. Lungo 2,4 sorgono oltre 150 enclavi, che sono regioni interamente comprese all’interno di uno stato, che però appartiene ed è governata da un altro Paese, in cui abitano circa 50mila persone. Un numero esiguo rispetto alla popolazione complessiva ma che rappresenta comunque una stranezza storica rimasta dopo la Partizione del 1947. Tuttavia, per queste comunità il cortocircuito ha significato un’ingiustizia che ha tolto loro diritti politici, economici e sociali.

L’attuazione di tale accordo permetterà a ciascun lato di acquisire le enclavi nei propri confini. Chi vive in queste zone avrà il diritto di tornare nel proprio Paese d’origine, oppure di restare e diventare cittadini della nazione in cui vivono ormai da anni. Narenda Modi, primo ministro indiano, parlando con la sua controparte del Bangladesh, Shiekh Hasina, ha definito la mossa “una pietra miliare” nei rapporti bilaterali tra i due Paesi.