Da Parigi parte il fronte anti Isis

Lotta “con ogni mezzo necessario” alla minaccia globale dell’esercito islamico, appoggio incondizionato a Baghdad contro gli jihadisti, coalizione ampia che guarda oltre i suoi confini. Sono gli obbiettivi che 27 ministri occidentali e arabi hanno fissato ieri a Parigi, nel vertice fortemente voluto da Francois Hollande. All’appello sono mancati Iran e Iraq.  Come già avvenuto nel 2011 (allora si discuteva dell’intervento in Libia) la riunione è stata preceduta da un volo di ricognizione da parte dell’aviazione francese. Il documento finale, che non esclude nessuno scenario, non ha però fornito alcun dettaglio sui mezzi che saranno messi in campo per annientare il Califfato, a partire dalle misure militari concrete.

Gli Usa hanno fatto sapere, tramite il segretario di Stato, John Kerry, che “numerosi paesi hanno offerto la loro partecipazione” alla coalizione promossa da Barack Obama la scorsa settimana. L’Italia, per bocca del numero uno della Farnesina, Federica Mogherini, non farà alzare i propri aerei ma ha deciso di optare per “l’invio di armi, munizioni e soprattutto di materiale per il sostegno umanitario, che è una priorità”. Sotto i riflettori la presenza della Russia, rappresentata dal ministro degli Esteri, Serghiei Lavrov, il quale ha assicurato che Mosca è pronta a “partecipare all’elaborazione di misure supplementari” per difendere Baghdad.  

Intanto la Francia è pronta a varare la legge anti Jihad. Si tratta di un provvedimento che intende bloccare il flusso di cittadini che partono per arruolarsi nelle milizie del califfato in Iraq e Siria. La principale misura è quella che vieta ai potenziali terroristi di lasciare il paese, confiscando loro i documenti. Secondo il ministero degli Interni transalpino sarebbero 930 i francesi o gli stranieri residenti in Francia già impegnati sul fronte.  

Italiane sequestrate – Buone notizie vengono, invece, dalla Siria. Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due italiane rapite in agosto, non sarebbero nelle mani dell’Isis. Lo ha detto ad Aki-Adnkronos international un ufficiale dell’Esercito libero siriano nei pressi di Aleppo, dove le due volontarie sarebbero state sequestrate da un commando armato. Le due sarebbero in buone condizioni di salute ma ci sarebbe uno stallo nelle trattative per la loro liberazione.