Cristiani arruolati con la forza dai curdi

Si intreccia in Medio Oriente il nodo di un possibile Stato indipendente curdo. In particolare l'intreccio si fa aggrovigliato nel cantone settentrionale siriano di Afrin, dove le forze armate turche sono entrate per spezzare la resistenza dei curdi e prevenire così che proclamino uno Stato indipendente.

I rapimenti dei cristiani

Tra l'incudine curda e il martello turco si trovano i cristiani, assiri e siriaci. Una minoranza in questa zona (prima del conflitto erano il 10%, ma oggi sono diminuiti), che stando ad alcune recenti denunce vengono costretti con la forza dai curdi ad arruolarsi per combattere al fronte. A riportarlo è il gruppo siriaco World Council of Arameans. La notizia è stata ripresa da AsiaNews.

“Fonti locali cristiane, in condizioni di anonimato perché temono per la propria vita, affermano che le forze curde Ypg avrebbero intensificato intimidazioni e minacce nei confronti dei cristiani nel nord-est siriano”, si legge su AsiaNews. Il 19 gennaio è stato registrato il rapimento di sette giovani cristiani. Qualche giorno più tardi, un altro paio di cristiani hanno fatto la stessa fine. Il sospetto da parte delle comunità cristiane è che questi giovani siano stati mandati a combattere ad Afrin. Il reclutamento avverrebbe in modo coercitivo.

Le forze armate su cui pesa l'accusa

Il Giornale spiega invece che gli autori degli arruolamenti coatti sarebbero i miliziani del gruppo Asaysh, forze di sicurezza curde, e non dell'Ypg, quest'ultima nota per la strenua resistenza di Kobane con l'ausilio delle truppe statunitensi. Johny Messo, presidente World Council of Arameans (Wca), l’organo d’informazione e di difesa delle comunità assire perseguitate che ha sede in Olanda, afferma: “La nostra gente sul campo continua a informarci su tutti i tipi di violazioni dei diritti umani, tra cui confisca di terra, intimidazioni, minacce e un’aumentata ondata di rapimenti. Questo deve immediatamente finire. Chiediamo alle forze Ypg curde di rispettare gli Aramei nativi della Siria. Invitiamo inoltre gli Stati Uniti a rendere chiaro questo messaggio critico alle Ypg”.