L’epidemia di Mers in Corea del Sud è finita. Lo ha annunciato martedì il primo ministro Hwang Kyo-ahn: “Dopo aver valutato varie circostanze, le autorità mediche e il governo ritengono che la popolazione non debba più avere alcun timore”. Manca solo un atto ufficiale che dovrebbe maturare ai primi di agosto, quando l’Organizzazione mondiale della sanità accerterà la situazione dell’ultimo paziente.
Tra la fine di maggio e i primi di giugno il governo sudcoreano si era attivato per contrastare l’epidemia che in poche settimane ha ucciso 36 persone. Il numero dei contagiati è rimasto stabile a 186 e dal 4 luglio non è stato registrato nessun nuovo caso, motivo che ha spinto le autorità a dichiarare terminata l’emergenza. Mers è l’acronimo di “Middle East Respiratory Syndrome” (sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus), i suoi primi sintomi assomigliano a quelli di un’influenza ma nel suo progredire si distingue a motivo dei problemi seri che porta al sistema respiratorio.
Per far fronte a questa emergenza le autorità avevano imposto la chiusura di centinaia di scuole e messo in quarantena circa 17.000 persone, fattori tutti che hanno contribuito ad un calo del turismo di quasi il 50% nei mesi di giugno e luglio, costringendo il governo a preparare un piano di aiuti economici per contrastare gli effetti della crisi.
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