CONTROFFENSIVA ANTI-JIHADISTA DALL’IRAQ AL SINAI, CIRCA CENTO VITTIME

Almeno 73 persone sono rimaste uccise negli attacchi lanciati dal governo iracheno nelle città di Ramadi e Fallujah, nell’Ovest del Paese. Stando a quanto riportato da al Jazeera, un raid aereo messo a segno contro un campo sportivo di Ramadi ha causato la morte di almeno 50 persone e il ferimento di altre 30, mentre a Fallujah colpi di artiglieria hanno ucciso almeno 23 persone e ferito altre 40. Secondo fonti ospedaliere, gran parte delle vittime sono giovani uomini, descritti come civili, ma il governo Baghdad sostiene si tratti di jihadisti dello Stato islamico. Per il Comando dell’esercito iracheno nelle operazioni nella provincia di Anbar, a Ramadi sarebbe stato infatti colpito un raduno dell’Isis.

Altri raid, stavolta dell’esercito egiziano, sono stati lanciati su postazioni jihadiste nel nord del Sinai. Almeno 25 i miliziani uccisi. In risposta, un colpo di mortaio lanciato da ribelli jihadisti è finito su un’abitazione civile, causando la morte di due bambini e una donna. Un altro bambino è morto per l’esplosione di una bomba al passaggio di mezzi militari e della polizia. Altri tre bambini e una donna feriti nella stessa esplosione.

Intanto ieri è stata completata la chiusura di tutte le 80 moschee a rischio radicalismo decisa dal governo tunisino.  Lo ha annunciato l’incaricato di missione del ministero Affari Religiosi, definendo “ingiustificate” le proteste e le tensioni scoppiate in seguito a questa decisione.  Almeno 37 moschee su 80 erano già state chiuse subito dopo l’attentato sulla spiaggia di Sousse.