Cina: i giganti del web si scusano

Alibaba, gigante dell'e-commerce, ma anche Baidu e Tencent – che gestiscono rispettivamente il motore di ricerca più utilizzato e la piattaforma di messaggistica più popolare in Cina –  si sono dovuti scusare dopo che un rapporto di Human Rights Watch aveva evidenziato migliaia di casi in cui gli uomini venivano preferiti alle donne in caso di assunzione o in cui venivano cercate donne con particolari caratteristiche fisiche.

Scuse

“Abbiamo indagato questi incidenti e stiamo apportando immediati cambiamenti“, ha dichiarato Tencent in una nota. “Ci scusiamo che siano successe queste cose e prenderemo provvedimenti per evitare che non accadano più”. Un messaggio simile è arrivato anche dal colosso cinese dell'e-commerce, che attraverso una portavoce ha fatto sapere che Alibaba “condurrà controlli più severi degli annunci di lavoro per assicurare la conformità alle nostre linee” aziendali. Per Baidu, invece, gli annunci discriminatori sono stati “casi isolati“. 

Il rapporto

Il rapporto giunge mentre anche in Cina prende piede il movimento #MeToo contro le discriminazioni e le molestie sessuali, e i casi di sospetta discriminazione in fase di assunzione del personale sarebbero, invece, molti: Human Rights Watch ha analizzato circa 36 mila annunci di lavoro emessi a partire dal 2013, e oltre ai giganti di internet, sotto la lente di ingrandimento sono finiti anche alcuni annunci per posti nel pubblico impiego (tra cui anche al Ministero per la Pubblica Sicurezza) nel settore dell'edilizia e nell'insegnamento nelle scuole materne. Nel solo 2018, il 19% degli annunci di lavoro nel pubblico impiego erano “per soli uomini” o manifestano una preferenza spiccata per il genere maschile.