Berlino si sfila dalla Missione Sophia

Dalla Francia alla Germania, proprio nel giorno in cui Parigi e Berlino firmano il trattato di Aquisgrana che, d'ora in avanti, determinerà le relazioni fra i due Paesi su un solido asse di collaborazione: la vicenda del franco, rilanciata dai vicepremier italiani, ha in qualche modo scosso le relazioni fra i due governi ma, mentre se ne continua a discutere, una spaccatura di non minor conto si apre con la Germania. Il governo tedesco ha infatti deciso di ritirarsi dalla missione Sophia per il controllo del Mediterraneo, in polemica con la linea dell'esecutivo italiano sulla chiusura dei porti. Una “responsabilità”, per così dire, dalla quale il vicepremier leghista si smarca: “La missione aveva come mandato di far sbarcare tutti gli immigrati solo in Italia e così ha fatto, con 50.000 arrivi nel nostro Paese. Se qualcuno si fa da parte, per noi non è certo un problema”.

La missione

Intanto, però, Berlino ha annunciato che la fregata attiva nel Canale di Sicilia rienterà in porto, aspettando che il mandato della missione “venga definito”. Il problema, però, è che riducendo l'apporto alla Missione, la Germania rischia di farla cessare del tutto visto che, in tal modo, diminuirebbero esponenzialmente le navi militari attive nel Canale di Sicilia. Nondimeno, a rischio è non solo il soccorso e il salvataggio dei migranti che attraversano il braccio di mare che separa l'Africa dall'Europa ma anche quella che, in fin dei conti, risulta essere la prima grande iniziativa europea a sostegno dell'Italia per gli interventi nel Mediterraneo. La missione, nel 2015, nacque con il nome di Eunavformed, assumendo il nome “Sophia” dopo la nascita di una bambina su un barcone, alla quale era stato dato quel nome.

Lo stop

A quanto sembra, il governo così come altri organi competenti dello Stato italiano, non sembrano aver ricevuto comunicazioni da parte delle autorità tedesche in merito allo stop nella missione. E non sono mancati i sospetti che, dietro la decisione di Berlino, vi possa essere un messaggio di sostegno alla Francia in merito alla polemica in atto con il nostro Paese, anche (e soprattutto) alla luce dell'accordo stipulato ad Aquisgrana.