Ancora un'esplosione in Sri Lanka

Sette attentatori: sarebbe questo il numero degli stragisti che, nella giornata di ieri, hanno seminato morte e distruzione in Sri Lanka, attraverso una serie di attacchi kamikaze combinati in chiese e noti alberghi del sud-ovest del Paese, uccidendo 290 persone e ferendon almeno 500. Una giornata di sangue che, secondo le autorità di Colombo, sarebbe da attribuire al piccolo gruppo di fondamentalisti islamici di Thowheeth Jama'ath, branca jihadista poco nota e che, tra l'altro, non ha rivendicato l'attacco. Secondo chi investiga, tuttavia, la radice dei molteplici attentati sarebbe da ricercare proprio in questo gruppo, coadiuvato da una rete internazionale, come sostenuto dal sottosegretario al governo Rajitha Senaratne dal momento che, in passato, il Ntj si era fatto notare solo attraverso alcuni atti vandalici. Le Forze dell'ordine, nel frattempo, hanno fermato 24 persone.

Nuova esplosione

Nel frattempo è tornata la paura sull'isola, dopo che un furgone è saltato in aria nei pressi di una chiesa della capitale economica dello Sri Lanka, proprio la città di Colombo. Il mezzo è esploso mentre gli artificieri stavano cercando di dissenscare l'ordigno ferendo alcune persone, tra cui il cronista Raimondo Bultrini. A riportare la notizia è stata proprio la sua testata, il quotidiano Repubblica, dal quale è stato riferito che il giornalista è stato colpito in modo lieve da una scheggia. Nel corso dei vari controlli effettuati, inoltre, la polizia cingalese avrebbe trovato quasi 90 detonatori nei pressi della stazione degli autobus, la più grande della città. 

Esulta l'Isis

Nonostante non sia arrivata ancora una rivendicazione, i sostenitori dell'Isis hanno celebrato la strage, definita a più riprese dai jihadisti come una sorta di vendetta per quanto accaduto un mese fa nelle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, quando un suprematista aveva aperto il fuoco in modo indiscriminato durante la preghiera, uccidendo 50 persone. Secondo quanto riportato  dalla direttrice del Site, Rita Katz, i seguaci del sedicente Stato islamico, oltre che altri media affiliati all'Isis, avrebbero pubblicato diversi post inneggiando all'accoglienza degli attentatori da parte di Allah.