Pompei, aperti al pubblico i “quartieri panoramici” e le terrazze dell’antica città romana

Aprono al pubblico i “quartieri panoramici” di Pompei, l’antica città romana sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Queste domus, edificate a terrazze, tornano fruibili al termine di due interventi di restauro e messa in sicurezza che rientrano nell’ambito del “Grande Progetto Pompei” (che prevedeva settantasei interventi finanziati dal Grande Progetto Pompei, di cui sessantasei conclusi, sette sono in corso e tre in attesa di avvio). A spalancare i cancelli ai turisti sono le domus di Championnet e della Casa del Marinaio.

La domus

La casa di Championnet è un complesso formato da oltre 60 sale, tutte riccamente decorate e disposte a terrazza con affacci panoramici sulla piana del Sarno. Portata alla luce dagli scavi commissionati dai Borbone nel 1799, nel 1812 e nel 1828, la Casa di Championnet conserva ancora l’atrio con l’impluvio in marmo e i mosaici pavimentali a schemi geometrici e a tessere colorate. La Casa del Mario è un plesso a doppio atrio che possiede al suo interno un impianto termale privato e un ampio sotterraneo usato come panificio. Il nome della domus deriva dal grande mosaico posto all’ingresso dell'edificio che raffigura sei prue di navi. La sua singolarità sta nel fatto che gli ambienti hanno tutte le caratteristiche di una nobile e tradizionale casa di città, al cui interno, però, vi sono ambienti, simili a magazzini, che le conferiscono un carattere commerciale. Risalente al II secolo a.C., è ubicata nei pressi del Foro, e si sviluppa su due piani. A collegarli un giardino.

L’apertura al pubblico

Le due grandi strutture aprono per la prima volta al pubblico con un’esposizione di reperti originali in più ambienti e nella cucina del percorso sotterraneo del complesso di Championnet, secondo il progetto di musealizzazione diffusa, che vede ricollocati in loco oggetti e strumenti che sono stati ritrovati nei diversi siti. A presentare l’evento il direttore generale della città archeologica, Massimo Osanna e dal direttore generale del Grande Progetto Pompei, Luigi Curatoli.