Parte la rivoluzione della Biblioteca Nazionale di Roma

La prima inaugurazione della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma avvenne il 14 marzo 1876, in un’ala del palazzo cinquecentesco del Collegio Romano, già sede dell’antica Biblioteca Secreta o Major dei Gesuiti. Dopo circa un secolo venne trasferita in un nuovo complesso, totalmente in cemento armato, vetro e alluminio, nella zona archeologica Castro Pretorio, tra la stazione Termini e la Città Universitaria. Oltre 50.000 mq. che ospitano numerosi manoscritti di scrittori del Novecento, fa cui Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante e Gabriele D’Annunzio.

Il nuovo direttore, Andrea De Pasquale, vuole trasformare il centro nella Biblioteca Nazionale di Italia, realizzando così un grande polo culturale con aperture serali, valorizzando cosi ancor di più il suo immenso patrimonio stimato in circa 7 milioni di volumi a stampa, 8 mila manoscritti, 10 mila stampe e disegni e 20 mila carte geografiche.

Ma il valore della biblioteca non è grande solo per quello che è contenuto dentro alle sue mura, ma anche per quello che c’è sotto le sue fondamenta. Infatti durante gli scavi per la realizzazione della struttura sono stati rinvenuti i resti di Castra Praetoria, un’accampamento delle guardie permanenti dell’imperatore Tiberio, costruito tra il 21 e il 23 d.C., che versano, per il momento, in stato di abbandono.