Jean Dubuffet: in mostra il genio dell'Art Brut

Reggio Emilia omaggia Jean Dubuffet (1901-1985) il primo a teorizzare e introdurre il concetto di Art Brut e uno dei maggiori pittori del Novecento. La mostra, allestita a Palazzo Magnani e in programma fino al prossimo 3 marzo, s'intitola “L'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985” ed è curata da Martina Mazzotta e Frederic Jaeger.

140 opere

La mostra presenta una selezione di 140 opere – dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d'artista, dischi – provenienti dalla Fondation Dubuffet e dal Musée des Arts Décoratifs di Parigi, ma anche da musei e collezioni private di Francia, Svizzera, Austria e Italia, oltre a 30 lavori protagonisti dell'art brut, termine coniato dallo stesso Dubuffet per indicare una forma di espressione artistica spontanea. Le produzioni artistiche di questa corrente erano spesso realizzate da non professionisti che operavano al di fuori delle norme estetiche convenzionali, quali autodidatti, psicotici, prigionieri e persone completamente digiune di cultura artistica. Secondo Dubuffet, infatti l'arte grezza deve “Sorgere dal materiale […] nutrirsi delle iscrizioni, delle disposizioni istintive”.

“Otto storie”

Una seconda mostra allestita a Palazzo da Mosto e intitolata “La vita materiale-otto stanze, otto storie” presenta la ricerca di otto artiste italiane – Chiara Camoni, Alice Cattaneo, Elena El Asmar, Serena Fineschi, Lodovica Gioscia, Loredana Longo, Claudia Losi, Sabrina Mezzaqui – accomunate dall'impiego e rigenerazione di materiali umili e tradizionalmente associati all'artigianato, che trovano un originale spazio nel loro lavoro artistico. Lo spettatore è invitato a scoprire gli otto habitat in cui ognuna di loro ha proposto il proprio mondo. La mostra coinvolge e interroga i sensi, vista e tatto in particolare, “perché la nostra esperienza passa attraverso il corpo che crea sinestesie con ciò che lo circonda” spiegano su Ansa.