Il patrimonio culturale dell’Iraq minacciato da terrorismo e raid

L’eredità culturale irachena è a rischio per l’avanzata dello Stato islamico nel Paese e il successivo intervento della coalizione internazionale a guida Usa per fermare la minaccia jihadista. Lo denuncia alla Cnn il direttore generale dei musei iracheni, Qais Hussain Rashid, che parla di saccheggi di opere d’arte da parte dei miliziani dell’Isis che, quando non distruggono, rubano per vendere al mercato nero. “Hanno tagliato bassorilievi – spiega – e li hanno venduti ai criminali e a presunti antiquari”.

A rischio è la zona attorno a Mosul, conquistata a giugno dai terroristi dopo la ritirata dei soldati dell’esercito iracheno, che è ricca di antiche rovine. Rashid teme soprattutto per la conservazione dell’antica città di Hatra, o al-Hadr in arabo, datata terzo secolo a.C. e che si trova a sud di Mosul. Il sito è usato dall’Isis per stoccare armi e munizioni, per addestrare combattenti e giustiziare prigionieri. Creata dai successori di Alessandro il Grande, Hatra divenne la capitale di quello che alcuni ritengono fosse un primo Regno arabo che includeva anche la città di Petra in Giordania. Subì gli attacchi dell’Impero Romano prima di cadere nelle mani di quello persiano sasanide nel terzo secolo d.C.

“Dove c’è l’Isis ci sono palazzi, templi e statue. Temo che possano compiere qualche gesto folle lì”, afferma Rashid. I jihadisti dello Stato islamico hanno anche preso il controllo nel museo di Mosul trasformandolo in un ufficio per raccogliere jizya, una tassa imposta dal gruppo ai non musulmani. Anche l’Unesco ha lanciato l’allarme per Hatra e altri siti di interesse storico e culturale in Iraq, affermando che la loro tutela rientrerà in un futuro accordo di pace. “Vanno di pari passo la protezione della vita della popolazione, della loro eredità culturale e della loro identità”, ha detto il direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, Irina Bokova nel corso di una riunione di emergenza a luglio. L’Unesco avrebbe fatto pressioni sulle Nazioni Unite “e l’intera comunità internazionale per salvaguardare l’eredità culturale dell’Iraq con particolare attenzione alla lotta contro i traffici illeciti della proprietà culturale”.