Cuba, 50 anni dopo la morte del “Che”

Vescovi

Leggendo i vari articoli di stampa o guardando i tg internazionali, sembrerebbe che con la riapertura dell’Ambasciata degli Usa a Cuba siano stati risolti tutti i problemi tra i due Stati. La verità è ben diversa.

E per rendersene conto basta fare una vacanza, anche breve, nell’isola caraibica. Il soggiorno non può non avere inizio che da una delle più belle isole che circondano Cuba: Cajo Largo.

L’aeroporto è simile a quelli riservati in Italia ai superleggeri. Appena atterrati vi aspettano al varco doganale per i controlli poliziotti e cagnetti, tipo coker, che più che alla droga sembrano interessati alle coccole dei turisti.
L’impatto è gradevole: i luoghi sono paradisiaci e gli abitanti, gentili ed ospitali, rendono il soggiorno unico e suggestivo.

In questo periodo non vi abbandoneranno il sole, qualche acquazzone e, sopratutto il vento, ma, in ogni ora del giorno, sarete allietati dalla coinvolgente musica caraibica: la salsa.

Tutto sembrerebbe in apparenza perfetto. La “riservatezza” dei residenti, peraltro, non lascia molto spazio alla curiosità dei visitatori e la risposta più ricorrente è “con Raul si sta meglio”, poi, un cameriere o uno skipper, forse condizionato da un bicchiere di buon rum, che qui è più utilizzato dell’acqua, si lascia andare a qualche apprezzamento sullo scarno stipendio che gli consente comunque di vivere dignitosamente in una isola dal mare azzurro e dalle spiagge bianchissime.

Tutto sembrerebbe un inno alla vita e scontato parrebbe anche il ringraziamento al buon Dio che è stato particolarmente generoso con questa terra ove, invece, non ha patria. La lingua comunemente parlata è lo spagnolo, ma l’italiano sembrerebbe essere la seconda lingua: tantissimi infatti sono i turisti italiani che, in fuga dalla crisi economica in Italia non fanno fatica ad adattarsi agli hotel non proprio a quattro stelle e, sopratutto, carenti di pulizia.

Razionata pure l’energia elettrica, le luci basse creano ancor più un clima di vacanza in un’isola ancora non contaminata dal progresso e dal consumismo.

I giovani turisti invece agli hotel preferiscono le case “private” che vengono affittate con licenza del Governo, sicuramente meno care degli alloggi proposti dai tour operator.

Chissà se Cuba cambierà con la presenza de “los americanos” che portano la loro moneta pesante, ma anche il consumismo che ne consegue.

Chissà cosa ne avrebbe pensato Che Guevera, che tanto ha amato questa terra. Il suo ricordo si intreccia con l’attualità spostandosi a L’Avana, dove è da non perdere la visita al Museo della Rivoluzione ove la storia di Cuba, all’interno dello splendido Palazzo una volta sede del Governo, vi sarà narrata nei vari piani con l’aiuto di foto, pannelli e documenti originali. In giardino un carro armato e due aerei ricordano la vittoriosa “revolution”.

Guardandone le foto e leggendo la storia del “Che” non riuscirete a nascondere la commozione per questo comandante guerrigliero che resta il più amato dalla popolazione cubana.