Cannes: accoglienza fredda per “Les fantomes d’Ismael”. Almodovar: “Palma d’oro a film Netflix? Paradosso”

Attesa finita per il 70esimo Festival del cinema di Cannes: una delle più importanti rassegne dedicate alla settima arte debutta oggi sul parterre della Croisette, accoglie divi (e dive) da tutto il mondo pronte ad assistere alla manifestazione che vede in giuria, tra gli altri, il regista italiano Premio Oscar, Paolo Sorrentino, al fianco del presidente Pedro Almodovar e di grandi nomi del cinema mondiale, come Will Smith e Agnès Jaoui. Nessun film nostrano in concorso, due nella sezione “Un certain regard” a firma di Sergio Castellitto (l’attesissimo “Fortunata”, scritto da Margaret Mazzantini) e di Annarita Zambrano (“Aprés la guerre”), ma di Italia ce ne sarà parecchia a Cannes, a cominciare dalla madrina dell’evento, Monica Bellucci, passando addirittura dalla locandina ufficiale, che rappresenta l’attrice Claudia Cardinale.

Favoriti e sorprese

E, come ogni anno, la schiera dei protagonisti ha visto novità e grandi assenze (su tutte “Dunkirk” di Cristopher Nolan) ma, alla fine, a contare saranno i film presenti e le emozioni che riusciranno a trasmettere, fino all’assegnazione della Palma d’oro, il prossimo 28 maggio. L’apertura del Festival è stata affidata alla pellicola di casa “Les Fantomes d’Ismael” (accolto però freddamente) girato da come Arnaud Desplechin, con Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg e Mathieu Amalric, ma temi e argomenti non mancheranno di manifestarsi in tutta la loro varietà interpretativa: Sofia Coppola, con “The Beguilded” (interpretato da Nicole Kidman e Colin Farrell), e Michael Haneke, con “Happy end”, si spartiranno presumibilmente il ruolo di protagonisti ma, alle loro spalle, qualche nome interessante sembra uscire dalla schiera dei candidati. Primo fra tutti il sudcoreano “Okja”, diretto da Bong Joon-ho – incentrato sulle vicende di una ragazza impegnata nella difesa di un animale (appunto di nome Okja) da una multinazionale – seguito da “L’amant doulbe”, di François Ozon. Qualche interesse anche attorno alla pellicola di Lynne Ramsay “You were never really here”.

Le “serie” di Cannes

Se ne era parlato a lungo durante i mesi di avvicinamento alla croisette e, arrivati al debutto, l’attenzione per il ritorno di David Lynch e della sua “Twin Peakes” (della quale saranno presentati due episodi) è più che mai elevata. La serie cult degli anni ’90 si prende anche il parterre di Cannes, inserendosi di diritto, nell’era delle web series e, più in generale, dell’esplosione delle “storie a puntate” capaci di tenere testa al fascino della celluloide, tra gli eventi più attesi della rassegna provenzale. Un segno che, evidentemente, anche la settima arte viaggia verso un’evoluzione che, da qui in avanti, di tale prerogativa dovrà tenere debito conto. D’altronde, la recentissima polemica sul mancato passaggio cinematografico in Francia dei due film prodotti da Netflix (“Okja” e “The Meyerowitz Stories”) da questo punto di vista insegna decisamente molto. Lo stesso presidente di giuria, Almodovar, ha sostenuto che la Palma d’oro “sarebbe un paradosso assegnarla a un film non destinato alla sala. Le piattaforme digitali in sé sono principio giusto e positivo ma questo non dovrebbe sostituire la forma esistente come la sala cinematografica e non dovrebbe alterare le abitudini degli spettatori”.