L’esposizione, organizzata in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura, sarà divisa cronologicamente in sei sezioni, dall’arrivo dello scrittore a Roma nel 1950 fino alla notte della sua tragica morte a Ostia nel novembre del 1975. Di tappa in tappa si ritroverà il filo conduttore che permetterà di tracciare il percorso della sua incredibile vitalità creativa: i luoghi in cui ha vissuto, in cui ha ambientato romanzi e film, la poesia, il cinema, gli amici, gli amori, le persecuzioni, le lotte e gli impegni nella città. I disegni e dipinti di Pasolini, i suoi autoritratti, ma anche la galleria ideale dei pittori contemporanei da lui descritti con precisione in una poesia: Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai, Guttuso.
Ninetto Davoli, unito da un sodalizio umano e professionale con Pasolini, oggi all’inaugurazione della mostra si è espresso sull’assassinio del regista, quella mattina del 2 novembre 1975: “Si è detto che sia stata la politica o il potere. Io non lo credo. Credo solamente che Pier Paolo abbia avuto una notte sbagliata, una notte sfortunata”, rievocando l’enorme “umanità e dolcezza” dell'”amico con cui giocavo a pallone”.
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